Mondiali Top Division: alla Svizzera non riesce l’impresa, la Svezia è back-to-back Campione del Mondo

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dall’inviato Gabriele Morganti

Svezia – Svizzera 3-2 SO (1-1; 1-1; 0-0; 0-0)

Copenhagen. A Copenhagen si gioca per l’assegnazione del titolo di Campione del Mondo: la Svizzera gioca per il sogno di quella che sarebbe la sua prima medaglia d’oro, nel tentativo di scrivere la storia; la Svezia gioca con la voglia invece di ripetersi, dopo la coppa alzata nell’edizione precedente in quel di Colonia. Le due formazioni si sono già affrontate in una finale, era il mondiale del 2013, in quella circostanza vinsero gli scandinavi con il punteggio finale di 5 a 1.

La prima occasione del match è per gli svizzeri, che dopo appena un minuto di gioco si mostrano subito impressionanti nelle ripartenze: Fiala va in diagonale da Niederreiter, il quale serve a sua volta il puck a rimorchio da Corvi, il settantuno non tira e gira il disco nello slot da Josi, che taglia bene dietro la difesa gialloblu per poter poi concludere tutto solo davanti alla gabbia di Nilsson, ma è bravo e reattivo quest’ultimo nello spostarsi velocemente da sinistra a destra e nel chiudere quindi così lo specchio della porta al numero novanta rossocrociato. Si gioca però a ritmi frenetici e dopo qualche secondo si è già dall’altra parte con Arvidsson che sguscia tra le maglie della difesa rossocrociata, attacca la gabbia difesa da Genoni, si sposta il disco sul rovescio per poi concludere verso la rete, il goalie biancorosso è battuto ma il disco danza sulla linea di porta senza però oltrepassarla, si salva allora la Svizzera.

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La Svezia resta in attacco e dopo qualche secondo sfiora nuovamente il gol del vantaggio: tiro dalla blu di Ekholm, deviazione di Forsberg e disco che esce veramente di un nulla alla destra di Genoni, con quest’ultimo che sembrava comunque sulla giusta traiettoria dettata dalla redirection del settantanove. Al nono minuto è ancora la Svezia a farsi vedere in avanti, Backlund porta a spasso il disco guadagnando molto bene il terzo d’attacco, il numero undici gira poi il puck sulla blu dove il tiro di Klingberg viene bloccato con il corpo da Genoni. Passano un paio di minuti e ancora ripartenza Svizzera, Corvi verticalizza improvvisamente dalle parti di Nino Niederreiter, il giocatore dei Wild entra nel terzo, e lascia poi il puck all’accorrente Fiala che è a destra e da posizione defilata prova ad impensierire nel five hole Nilsson, il quale si abbassa però in butterfly e dice di no al polsino del ventuno. Qualche secondo dopo la Svezia torna subito a bussare alla porta di Genoni, Rakell lavora il disco dietro porta e serve nello slot Zibanejad che tira di prima intenzione a rete, ma il goalie del Berna impedisce al disco di insaccarsi. All’undicesimo minuto è questa volta Hornqvist a rendersi pericoloso per gli scandinavi, il settantadue si impossessa di un puck vagante e da sinistra lo gira velocemente verso la porta difesa da Genoni, ancora attento però l’estremo difensore svizzero.

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Nell’azione successiva la Svizzera prende due minuti di penalità, è Niederreiter che va in panca dei puniti per high sticking, special unit gialloblu che può scendere così in pista. Svezia che tenta di sfruttare la situazione di uomo in più per sbloccare il risultato, ci prova allora Forsberg che si libera del suo diretto marcatore e vai poi con il backhand verso la porta avversaria, Genoni c’è, è attento, respinge e copre il disco per il face-off. Gli scandinavi fanno girare bene e velocemente il puck, che finisce a questo punto sulla blu da Zibanejad, tiro di quest’ultimo e deviazione sottoporta di Rakell, ma un Genoni costretto agli straordinari sin da queste prime battute del match, risponde bene. Altra occasione svedese in powerplay: è Klingberg che raccoglie il suggerimento del suo compagno e da destra e  dall’altezza del cerchio d’ingaggio si esibisce con un polsino, respinto però ancora da Genoni. Il powerplay finisce e la Svizzera ritorna con cinque uomini di movimento sul ghiaccio. Al sedicesimo gli elvetici ricominciano ad affacciarsi in avanti, solita ripartenza, guidata questa volta da Rod, che allarga poi a destra da Scherwey, il sessanta entra nel terzo, batte in velocità il difensore avversario e prova a tagliare con il disco davanti alla gabbia di Nilsson, senza però riuscirci e, sbattendo contro il palo, sposta la porta, costringendo gli arbitri a fermare il gioco. Nell’ingaggio che ne consegue la Svizzera sblocca il risultato andando in rete con Niederreiter: assolo di Josi che si perde però poi il disco nello slot, ma poco importa, perché sopraggiunge il ventidue che lo controlla in qualche modo e lo spedisce in porta battendo Nilsson nel five hole, per l’enorme gioia dei non pochi sostenitori della formazione rossocrociata presenti quest’oggi alla Royal Arena. Passa però appena un minuto e la Svezia pareggia: Nyquist ha il disco nello slot, nessuno della difesa biancorossa che provi a pressarlo, l’attaccante gialloblu ha dunque tutto il tempo per prendere la mira e far partire un polsino imprendibile per Genoni. In men che non si dica la parità è ristabilita sul ghiaccio. Nei minuti finali della prima frazione, la Svezia in un paio di occasioni va molto vicino al ribaltare il risultato: prima con Janmark che raccoglie un disco vagante nel proprio terzo d’attacco, con la difesa svizzera che resta a guardare, tenta la conclusione, respinta però ottimamente da Genoni; poi con Zibanejad che riesce nello slalom tra le maglie dei terzini elvetici, trovandosi di conseguenza a tu per tu con Genoni che gli sbarra però la strada al gol. Termina quindi in parità sull’uno pari, un primo periodo emozionante che ha visto la Svezia attaccare più della Svizzera, ma che ha dimostrato anche quanto gli elvetici siano pericolosi in contropiede.

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Parte il secondo drittel e alla Svezia al minuto ventidue viene fischiata una penalità: Nyquist commette il fallo, high sticking. Si tratta questo del primo powerplay svizzero della partita. Special unit elvetica che non perdona, e riporta avanti nel risultato la Svizzera: Everberg è in possesso del disco in attacco, e invece di far passare secondi importanti, permettendo ai suoi compagni di linea di cambiare in tranquillità, lo praticamente regala agli avversari, parte allora a tutta birra Meier, il ventotto ha di fronte a sé un’autostrada spianata, non c’è la difesa gialloblu che è a cambiare, entra nel terzo d’attacco a grandissima velocità, è a destra e dall’altezza del cerchio d’ingaggio mira al secondo palo, lasciando partire un polsino imprendibile per Nilsson che si insacca alle spalle di quest’ultimo e rimette in vantaggio i suoi compagni. Al minuto ventisette c’è una penalità fischiata per parte: Ekholm e Fiala si vanno a sedere entrambi in panca dei puniti. In quattro contro quattro ci sono più spazi, le due squadre si rendono protagoniste in un paio di contropiedi ciascuno, ma nulla più. Al minuto trenta è ancora la Svizzera ad essere minacciosa con una delle sue incredibili transizioni: drop pass di Moser per Haas, botta in one tymer di quest’ultimo, para con il corpo Nilsson. In seguito è invece la Svezia che si avvicina, ed anche di molto, alla rete di quello che sarebbe il rinnovato pareggio: ci va infatti di poco lontano dal gol Rakell; mentre da posizione defilata colpisce il ferro Forsberg, con Genoni che era comunque lì a tenere bene il suo palo. La Svezia nei minuti successivi riesce a mantenere alta la pressione offensiva, ed a chiudere la Svizzera a più riprese nel suo terzo di difesa, ed alla fine, complice proprio questa forte intensità delle proprie giocate offensive, la formazione di coach Gronborg trova due fondamentali minuti di powerplay, con un holding penalty che viene fischiato a Corvi. La Svizzera è a questo punto del match alle corde, sembra questo il momento giusto per gli scandinavi per rimettere le cose in parità, e difatti così è: a cinque minuti dal termine della seconda frazione di gara gli sforzi gialloblu vengono ripagati e, proprio nel corso di quest’ultima superiorità numerica, Zibanejad finisce sul tabellone dei marcatori, il match è di nuovo in parità.

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Il numero novantatre riceve il disco sulla blu da Ekman Larsson, la pressione Svizzera è in ritardo e allora Mika ha tutto il tempo per prendere la mira e sparare verso la porta di Genoni un tiro di polso che si insacca alle spalle dell’estremo difensore elvetico. Gli svizzeri però ritornano subito in partita ed un paio di minuti più tardi hanno subito due grosse chances per riportarsi avanti nel risultato: la prima è quella che arriva con Meier che lavora con il disco dietro porta per poi servirlo ad Andrighetto, il quale da posizione defilata, ma molto ravvicinata, tira verso lo specchio della porta, ma trova la respinta ottima di Nilsson; la seconda è quella invece con Moser che fa suo un disco vagante nello slot per poi concludere velocemente a rete, bravissimo ancora Nilsson a tenere il punteggio inchiodato sul pari. Negli ultimi istanti della seconda frazione c’è anche il tempo per un’occasione svedese: Klingberg va al tiro servito da Kempe, Genoni ferma il tutto con un’ottima parata. Finiscono così, 2 a 2, i primi quaranta minuti di grandissimo hockey.

Terza e ultima frazione al via, e Svezia subito pericolosa con Backlund e Nyquist che dallo slot lanciano un paio di puck in direzione della porta avversaria mettendo a dura prova Genoni, il numero sessantatre risponde però presente ad entrambe le conclusioni a rete degli svedesi. Al minuto quarantatre si fanno sentire invece gli svizzeri: tiro dalla blu di Muller e deviazione di Fiala che mette fuori gioco Nilsson e che sopratutto sarebbe stata di certo un gol se il disco non fosse uscito di un nulla alla destra del goalie gialloblu. Al quarantasettesimo minuto il pasticcio della difesa svizzera in neutra per poco non costa caro: Backlund si impossessa del puck, entra nel terzo, ed attacca la porta ad alta velocità, si sposta il disco sul rovescio per concludere in rete, ma Genoni in spaccata lo ferma, esibendosi in un vero e proprio intervento provvidenziale. Nel tentativo di recuperare la sua posizione però, in occasione dell’avanzata di Backlund, Josi commette un holding, sono dunque da giocare due minuti di powerplay per la Svezia. La superiorità numerica non porta i suoi frutti ma il numero novanta biancorosso al termine della sua penalità commette un’ingenuità: tenta di giocare il disco nonostante si trovi ancora con i pattini all’interno della panca dei puniti, si tratta di interferenza, e power unit svedese che può quindi tornare sul ghiaccio.

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Inizia la superiorità numerica ed Ekman Larsson tenta l’assolo personale, va via centralmente alla difesa elvetica, tenta il tiro, ma Genoni è un muro e ferma perfettamente anche questo puck rivolto pericolosamente verso la sua gabbia. A sei minuti dal termine la Svizzera torna a farsi vedere: è Andrighetto che guida l’offensiva biancorossa, vede il taglio a destra di Meier, lo serve splendidamente, il numero ventotto tira di prima intenzione, ma è bravo Nilsson a cambiare velocemente la sua posizione ed a dir di no all’attaccante rossocrociato. Passa qualche secondo ed è invece nuovamente Genoni ad esser chiamato in causa da un bel wrap around di Arvidsson, la sua avanzata verso la porta viene fermata dal gambale del goalie del Berna che tiene duro sul suo palo e chiude ogni varco all’attaccante dei Predators. A pochi secondi dalla sirena finale la Svizzera sbaglia un cambio e concede un nitido breakaway a Ekholm, che però, per fortuna dei biancorossi non è diciamo solito a determinate situazioni, ne deriva quindi da ciò, un polsino che si infrange contro la figura di Genoni e il disco che finisce a lato. I sessanta minuti di gioco regolamentari terminano due pari, si va all’overtime.

Nel tempo supplementare si giocano venti minuti di hockey in quattro contro quattro. Al sessantaquattresimo arriva la prima opportunità dell’OT, è svizzera: Fora guadagna il terzo e va sulla blu da Muller, il quarantuno prende la mira e fa partire un ottimo slap shot, bloccato con il corpo da Nilsson. Passano due minuti e di nuovo elvetici in avanti a farsi pericolosi con Niederreiter che porta a spasso il disco in attacco, per poi scaricarlo a destra da Untersander, il terzino tenta la conclusione, ma blocca ancora il tiro con il corpo Nilsson. Al minuto sessantotto, eccola che arriva la prima chance per gli svedesi in questo tempo supplementare: Rakell supera la blu d’attacco e serve a rimorchio Ekman Larsson, il quale tira potentemente, è attento però Genoni che si oppone con la sua figura al disco lanciato a rete dal suo avversario. Passa qualche minuto e la Svezia torna in avanti, questa volta con Backlund che dal cerchio d’ingaggio riceve il suggerimento dal compagno dall’angolo e lascia partire una conclusione di prima intenzione, bloccata bene con il guanto da Genoni. Al settantacinquesimo minuto gli scandinavi vanno ad un passo dal chiudere l’incontro: Klingberg conclude in rete con un tiro di polso che batte sí Genoni ma che colpisce però il palo esterno. Un paio di minuti più tardi gli elvetici fanno paura: Kukan è in possesso del puck, si allarga per poi servire nello slot Meier, lo svizzero tira al volo a botta sicura, ma Nilsson si tuffa e attraverso un parata in stile calcistico vieta al disco di insaccarsi in rete. Mancano un paio di secondi al termine dell’OT, il disco finisce sulla stecca di Adam Larsson, il terzino svedese è sulla blu ma è del tutto dimenticato dalle marcature svizzere, e allora avanza puck sulla stecca, prendendo intanto la mira, fa partire il suo slap shot, è una cannonata che batte Genoni ma prende il palo pieno, si salva la Svizzera. Il campione del mondo 2018 è da decidere ai rigori.

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Ad iniziare la lotteria dei rigori è la Svizzera, ed il primo giocatore chiamato in causa è Andrighetto che trafigge Nilsson e porta avanti i suoi; Zibanejad sbaglia per la Svezia; Fiala non trova il gol poi per gli elvetici; sbagliano anche Rakell e Corvi; trova il fondo della rete invece Ekman Larsson così come lo fa Forsberg, ed è infatti sua la trasformazione vincente e decisiva per la sua Svezia, dato che Haas e Niederreiter sbagliano entrambi per la Svizzera. La Svezia si laurea quindi ai rigori come Campione del Mondo, si tratta questo del secondo mondiale vinto consecutivamente dalla formazione dalle Tre Corone, e dell’undicesimo successo invece in toto. Tanto onore va fatto alla Svizzera che è andata vicinissimo dallo scrivere la storia ma che non ci è riuscita, è questo il terzo argento conquistato dalla squadra rossocrociata, che ha però lottato fino all’ultimo per l’oro. Oro che gli è sfuggito definitivamente solamente alla fine di un intero cammino fatto in questi Mondiali di Danimarca e condotto tutto quanto in maniera straordinaria. È mancato solo il finale a questa Svizzera.

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