NHL: parola alla redazione, la Western Conference

Dopo aver fatto una preview (potete trovarla al seguente link), diamo la parola alla redazione con alcuni commenti sulle squadre che tifiamo.

San Jose Sharks

È ancora sotto gli occhi di tutti la spettacolare rimonta degli Sharks contro Las Vegas ma ancora chiama vendetta la serie persa con San Louis in finale di Conference. L’obiettivo è regalare al “Big Joe” la tanta meritata Stanley ma non sarà facile. Via Pavelski, l’obiettivo è dare più responsabilità a Couture e a Hertl. Rimasto Joe Thornton, in quella che molto probabilmente sarà la sua ultima stagione, alla truppa di Coach DeBoer sembra mancare ancora qualcosa. Staremo a vedere. Chi vincerà quest’anno? Difficile dirlo ora ma punto su Toronto o Tampa.

Los Angeles Kings

Senatori appagati e giovani alla ricerca di gloria è il mix che coach Coach McLellan ha a disposizione. L’obiettivo è dimenticare la brutta stagione scorsa terminata con il terz’ultimo posto in Division e decimo in Conference. Peggio di così era difficile fare con i giocatori a disposizione. Per Kopitar e soci c’è una sola missione: qualificarsi per la post season. Chi vince la Stanley? Dico una canadese, manca da troppo tempo nel paese della foglia d’acero.

Calgary Flames

Dopo una strepitosa regular season da 107 punti è arrivata la cocente eliminazione contro Colorado al primo turno nei PO ed il gruppo agli ordini di Peters ha cambiato poco in estate, confermando un gruppo coeso e maturo. Giordano avrà ovviamente sulle sue spalle il peso della difesa che dovrà coprire il  buonissimo tandem in porta (Rittich/Talbot) mentre sull’asse offensivo Gaudreau, Monahan e Tkachuk saranno le punte di diamante in uno scacchiere quasi perfetto e scomodo in ogni posizione ed arena.

Edmonton Oilers

Ad Oil Country hanno puntellato la gabbia con Smith mentre in difesa la trazione svedese dei d-liners (Klefblom recuperato), dovrebbe far passare meno ulcere ai propri tifosi; McD e Drasaitl non dovrebbero più essere i soli a portare il peso dell’attacco con un bel mix di veterati (Neal, Granlund su tutti da riscoprire) e rookie che sotto l’ala di Tippett possono solo che crescere a puntino per centrare l’obiettivo playoff.

Colorado Avalanche

La linea composta da MacKinnon, Landeskog e il figliol prodigo (tramite lauto compenso) Mikko Rantanen torna a fare paura. Colorado continua a sembrare un cantiere aperto, ma stagione dopo stagione i tasselli stanno lentamente andando al loro posto. Grazie a uno zoccolo duro di giovani speranze e ad alcune ottime aggiunte (Bellemare, Burakovsky, e soprattutto Nazem Kadri), la Valanga può cominciare nuovamente il suo percorso, magari abbattendo qualche illustre gigante. Titolo di Conference? Chissà…

Winnipeg Jets

Con il rinnovo di Laine e Connor resta soltanto il nodo Byfuglien. Il 34enne è attualmemnte fuori dal roster, e un suo ritorno è tutt’altro che sicuro. Un problema da non sottovalutare che si aggiunge ai buchi apertisi in difesa con la cessione di pedine chiave come Myers, Chiarot e Trouba. Coach Maurice è ora costretto a mescolare le carte e a tirare fuori dal cilindro nuovi spunti e linee: ce la farà? Quel che è certo è che a Ovest sarà una dura lotta, mentre ad Est, come candidata alla conquista della Stanley, punto tutto su Tampa.

Chicago Blackhawks
Nonostante uno dei migliori dieci attacchi, la scorsa stagione ha messo a nudo un problema: l’anzianità dei pezzi grossi del reparto arretrato. Con la seconda peggiore difesa della NHL, ha cercato di rimediare portando in città de Haan e Maatta. Basteranno? DeBrincant e Strome andranno alla ricerca della stagione della definitiva consacrazione, mentre Shaw torna a casa dopo tre stagioni passate in quel di Montreal. Dovranno assolutamente migliorare il PK ma la bilancia sarà dettata dalla capacità di replicare i picchi offensivi della passata stagione. Una lancetta che potrebbe ballare dalla “zona playoffs” alla “zona dirupo”. Una variabile impazzita.
Nashville Predators
I Predators negli ultimi anni hanno sempre raggiunto la post season e nel 2017 hanno perso la finale di Stanley Cup con i Penguins, quindi i ragazzi di coach Laviolette sono chiamati al salto di qualità. La concorrenza nella Central è agguerrita e non sarà facile confermarsi dopo le 82 partite di regular season. Josi, Ellis, Filip Forsberg, Bonino dovranno dare il massimo per portare Nashville all’atto finale. E chi alzerà la coppa? Roman Josi ed i suoi Predators naturalmente.
Minnesota Wild
Non è stata una stagione positiva quella scorsa per i Wild. L’esperienza negativa di Paul Fenton come GM è durata appena quindici mesi, al suo posto a giugno è arrivato Bill Guerin che ha come scopo quello di portare energie positive ad un roster che appare giù di corda. Nello Stato dell’Hockey nel corso di quest’estate sono comunque arrivati Zuccarello e Hartman. Mentre Fiala e Donato, che hanno cominciato a giocare con la casacca di Minnesota nel corso della scorsa stagione sono ora attesi protagonisti del nuovo anno. Quello che serve ai Wild è un attacco più prolifico, sono stati veramente pochi i gol segnati dalla compagine di Bruce Boudreau nel campionato passato, è stato difatti quello di Minnesota il quinto peggiore attacco della NHL. Difficile riuscire a raggiungere la post season con numeri così bassi. La Central Division è agguerrita più che mai e gli Wild probabilmente faticheranno a trovare il loro posto. L’obiettivo potrebbe essere quello di combattere per una Wild Card, molto dipenderà dall’attacco; visto che la difesa è senz’altro tra i punti di forza di questa squadra.

St. Louis Blues

Ripartire da campioni, soprattutto dopo un trionfo imprevisto, non è facile per nessuno, e tantomeno lo sarà per i Blues. Dai Canes è arrivato Justin Faulk, e la lotteria del draft ha portato Nikita Alexandrov, che rimane per ora a Charlottetown (QMJHL), e da Toronto firmano lo svedese Borgman, classe 1995, e il 23enne Dakota Joshua, che sbarca tra i pro dopo aver terminato gli studi alla Ohio State University. Binnington confermato a difesa della gabbia dopo l’ottima stagione, così come il coach Craig Berube. I Blues arriveranno ancora ai playoff ma non alzeranno di nuovo al cielo la Stanley Cup. Tra le favorite di quest’anno, Toronto, Boston e i Penguins.

Anaheim Ducks

Dopo sette stagioni i Ducks tornano ad assaporare l’evitabile ebbrezza di non accedere ai playoff. Non era pronosticato, anche se la squadra non era più la stessa capace di raggiungere la finale di conference ormai tre stagioni fa. Ed è così che ad Orange County è cambiato timoniere dei Ducks, con l’arrivo sul pancone di Dallas Eakins, le ultime quattro stagioni nel team affiliato dei San Diego Gulls (AHL) e prima ancora, un anno e mezzo da head coach agli Oilers. Il roster non è cambiato molto, arricchito con giovani pronti a fare l’up & down. La prima scelta al draft, Trevor Zegras, non ha firmato e ad oggi la squadra non sembra molto più valorizzata di quella che scesa sul ghiaccio l’anno scorso. Bisognerà vedere se la mano del coach introdurrà dei cambiamenti nel gioco, ma Getzlaf e soci non partono proprio tra le prime della classe.

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