La Karjala Cup per un ragionamento in ottica futura

di Nicola Tosin

A pochi giorni dall’inizio della seconda fase della CHL, sembra più che doveroso analizzare la situazione di due nazioni e dei loro campionati: Svizzera e Svezia. Nella giornata di martedì, entrambe si ritroveranno con tre squadre nella lista delle migliori sedici della competizione per club: Rapperswil, Ginevra e Bienne da una parte; Skelleftea, Farjestad e Vaxjo dall’altraIn una situazione avverrà pure lo scontro diretto, quello tra Bienne e Farjestad, dove i favori del pronostico non possono che essere dalla parte di chi l’attuale SHL la sta vedendo dall’alto al basso. Una situazione che si è potuta riscontrare anche nella recente Karjala Cup, dove la Svizzera è uscita contenta ma allo stesso tempo colpita dai risultati subiti: una netta sconfitta per 4-0 contro la Finlandia, un dignitoso passo falso per 4-3 contro la Svezia ed una decorosa sconfitta 1-0 contro chi quella rassegna, per quanto possa valere, l’ha vinta, quindi la Repubblica Ceca. Di certo senza le migliori pedine a disposizione, per tutte e quattro le nazioni partecipanti, gli svizzeri sono stati in grado di creare mole di gioco ed una costante superiorità nelle occasioni tentate. In tutte le partite disputate, sempre per quel poco che può valere come dato, è stata la squadra che ha tirato di più verso la porta avversaria. Essendo al solo secondo anno nel circuito dell’Euro Hockey Tour, galeotto fu il conflitto bellico che fece escludere la Russia, dopo un ottimo secondo posto nella stagione da freshman questo giro da ultima della classe nella stagione da sophomore sembra delineare maggiormente uno scenario reale. Con un accordo per restare nel giro d’elite fino al termine della stagione 2026/27, i rossocrociati avranno tutto il tempo per cercare di regolarsi con il livello, sempre che ci siano le possibilità di restare o anche solo raggiungere quel determinato livello. A ranghi completi bisognerà notare quale sarà l’effettiva distanza o vicinanza. Accettabile la felicità per il prolungamento del sodalizio da parte del CEO svizzero Patrick Brohl ma in situazione di pace mondiale tutto questo non sarebbe successo, la Svizzera difficilmente sarebbe entrata in tale circolo. Doveroso ricordarlo, nonostante la giustificata gioia.
Difficile come il paragone tra i due campionati, dove però la NLA sembra stia facendo quei piccoli salti, brevi ma decisi, per raggiungere uno status al limite del blasone. Quest’ultimo sembra quello imposto dalla SHL, volendo escludere la questione KHL che vive in un pianeta tutto suo.

Svizzera - Karjala Cup 2023

Sul ghiaccio della Tampere Deck Arena le linee d’esistenza delle due nazionali si sono spesso incrociate, non hanno effettuato un percorso parallelo. Proprio per il concetto del blasone delineato in precedenza, è stata più un’invasione svedese in territorio svizzero: oltre il 7% dei giocatori del campionato vengono dal paese nordico, alcuni erano presenti sul ghiaccio finlandese. Lo stesso vale per Repubblica Ceca e Finlandia: Spacek da una parte e Suomela dall’altra, giusto per citarne due. Il finlandese è stato il vero protagonista del 4-0 inflitto alla Svizzera, grazie all’hat-trick completato in empty-net a 4’ dalla sirena finale. Tornando al legame tra le due nazioni con la S iniziale nel proprio nome, Tim Heed è stato alla guida del primo blocco difensivo come Niklas Hansson per il terzo. Jesper Froden, fresco innesto ma già ambientato zurighese, ha messo a referto pure una rete nello scontro diretto. Il roster allenato da Patrick Fischer è uscito dal ghiaccio dopo 40′ con una strana consapevolezza: aver dominato il terzo, creato molto ma con poca concretezza, tutto dopo aver subito il 3-0 ad inizio drittel centrale. Quindi, quel 4-3 finale può colpire per bilanciamento apparente ma allo stesso tempo far riflettere per l’effettivo andamento del match. Non credo serva sottolineare il fatto che nella nazionale svizzera non fosse presente nessun giocatore militante in SHL, anche perché nessun giocatore nativo del paese confinante con l’Italia è presente in quel campionato. Sembra svilire il merito di questa Svizzera, no, per nulla, giusto rimarcare alcune trame non sottolineate a sufficienza. Puntare ad avere qualche rappresentante in quel campionato potrebbe essere un obiettivo, come fare esperienza in questi tornei amichevoli. La stessa differenza che troviamo tra i massimi campionati delle due primedonne di questo articolo: uno proiettato verso un apparente Olimpo, l’altro che sembra vedere quella strada che permette di prendere la direzione dell’Olimpo. Un fine comune, una distanza ancora marcata ma che alla lunga potrebbe accorciarsi. La CHL, una manifestazione che gli svizzeri sembrano aver preso sempre con poca convinzione, potrebbe darci alcune risposte su questo cambio o meno di mentalità.

Foto tratte dalle pagine ufficiali della rispettive nazionali.

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