Il punto sulla KHL, western conference: SKA primo a più venti su CSKA e Jokerit; Severstal piacevole sorpresa

HC Slovan - Sochi 1

di Gabriele Morganti

La pausa nazionali è ormai giunta al termine, domani la KHL riprenderà il via, ma è arrivato il momento di analizzare questa prima metà di campionato delle squadre dell’ovest.

SKA davanti a tutti senza troppi indugi

È un San Pietroburgo disarmante quello che abbiamo avuto modo di ammirare in queste prime trenta uscite. Ben più venti punti sul CSKA, solo tre le sconfitte rimediate sin qui, due all’OT contro Sochi e Kazan, una nei sessanta minuti contro lo Spartak. Centotrentadue gol fatti, solo cinquantuno quelli incassati, sono l’emblema di una squadra che si diverte giocando a hockey. Un attacco fatto da solide dinamiche e composto da ingranaggi fluidi, con in particolar modo i due Gusev e Kovalchuk che quando giocano in linea insieme, in powerplay, si esibiscono in giocate straordinarie che il più delle volte portano poi in gol lo SKA. Una compagine che, avevamo pochi dubbi, poteva ripercorrere tranquillamente la strada gloriosa della stagione passata e che sta rispettando appieno le aspettative. Coach Znarok si era praticamente ritrovato a luglio ad allenare più o meno gli stessi interpreti che avevano alzato la Gagarin Cup qualche mese prima, e questo ha ovviamente facilitato il lavoro, ed ha permesso ai nuovi Kalinin, Karpov e Gavrikov di potersi sin da subito ambientare al nuovo clima hockeistico, dato che si sa, entrare in uno spogliatoio in cui tutto procede esattamente secondo i piani, così come giocare in una squadra in cui ogni singolo meccanismo funziona perfettamente, è semplice, e lo è soprattutto quando i nuovi arrivi sono appunto i tre campioni sopracitati. E come se non bastasse in questi giorni è stato ufficializzato il ritorno in quel di San Pietroburgo della star Vadim Shipachyov, reduce da tre mesi piuttosto deludenti in NHL con la casacca di Vegas, e che non vedrà senz’altro l’ora di scrollarsi di dosso tutta la polvere accumulata in questi ultimi tempi. Per quanto riguarda la difesa invece, è ovvio che stiamo parlando di un reparto incredibile, capitanato da Hersley e Voynov, molto presenti anche in zona gol, e che non sta avendo problemi nel dover fare a meno di due pedine importanti quali Belov e Rukavishnikov, assenti per molto tempo a causa infortunio.

CSKA Mosca a -20

Era stata dipinta come la vera avversaria dello SKA e sin qui sta faticando a dargli invece filo da torcere: meno venti punti in classifica, anche se con tre partite in meno, e due gli scontri diretti, entrambi finiti in favore dei rivali pietroburghesi, uno per 2 a 0, uno per 5 a 2. Non è però giusto parlare di un CSKA sin qui deludente: la compagine di coach Nikitin, è comunque al secondo posto della western conference, ed è la seconda squadra con più punti, anche se si dovesse considerare le forze dell’est. Era comunque ovvio che coach Nikitin doveva fronteggiare un inizio di stagione ben diverso in confronto a quello del suo collega Znarok. I moscoviti venivano da un’estate rivoluzionaria, molti i nuovi innesti e molti dunque gli interrogativi. Una partenza al top della forma era difficile per una squadra abituata a vincere in regular season ed a venir poi malamente fatta fuori, dove conta, nei playoff, e che quest’anno ha un solo obiettivo: alzare la Gagarin Cup. La pressione sui giocatori e sul nuovo coach era tanta e l’impressione è comunque che le “Furie Rosse” la stiano gestendo abbastanza bene. Molti dei giocatori, e neo arrivi, del CSKA sono di fatto alla prima vera esperienza in una grande squadra, come si è più volte detto, e si trovano inoltre per la prima volta a dover fronteggiare un ruolo da leader (Kaprizov, Shalunov, Shumakov). Il roster dell’ Armata  moscovita ha un’età media di ventiquattro anni (Kuzmenko, Svetlakov, Nichushkin, Okulov, Grigorenko, Neumenkov, Nesterov, nessuno di questi talenti supera i ventiquattro anni), e può proprio per questo cadere qualche volta in cali di concentrazione, o in piccoli blackout ciclici, che possono ovviamente verificarsi in giocatori che peccano di quell’esperienza necessaria se si cerca la continuità. È da dire difatti che chiunque abbia avuto sin qui la sfortuna di sfidare un CSKA in giornata, non ha per niente avuto vita facile. Resta da vedere dunque se i moscoviti manterranno questo decisamente più che accettabile passo, e se riusciranno poi a rimanere concentrati al meglio per tutto l’arco dei playoff.

Jokerit di vertice

Il livello dello Jokerit è quello di vertice, non c’erano dubbi ad inizio stagione, e di sicuro non ce ne sono ora che l’annata è bella che inoltrata. I giallorossi sono una squadra quadrata alla quale è difficile segnare, non hanno probabilmente il talento a disposizione delle due squadre che li precedono in campionato; ma coach Jalonen ha comunque la possibilità di utilizzare pedine importanti capaci di creare superiorità numerica saltando l’uomo in zona neutra, su tutti il giovanissimo talento classe 1999 che sta entusiasmando gli appassionati di hockey di tutto il globo, Eeli Tolvanen, che compone tra l’altro insieme al piccoletto americano O’Neill un duo dai livelli eccezionali; ed il danese Niklas Jensen. Una chiave di volta importantissima per le prestazioni di questo Jokerit è stata inoltre sin qui la quarta linea: il trio formato da Anntila, Pihlstrom e Niemi. I tre attaccanti sono riusciti a dare un’intensità incredibile alle proprie giocate, sono stati molto presenti in difesa, riuscendo comunque ad essere poi i primi a trasformare una buona azione di ripiego, in un decisivo contropiede. Per non parlare poi della difesa tenuta sotto controllo dai giganti Lepisto, Lauridsen e Lundin, con lo svedese Andersen  arrivato da poco per rinforzarla ulteriormente; e del goalie Zapolski protagonista di una prima parte di stagione sensazionale: 1.42 di media gol subiti e .942 di save percentage. Lo Jokerit sta dunque rispettando alla grande i pronostici, e sta forse anche andando oltre la più rosea aspettativa, dimostrandosi veramente super competitivo.

Lokomotiv al diesel

La squadra dell’ex coach Kudashov era una squadra smorta, appesa alle giocate degli stranieri Talbot, Kontiola, Kronwall e Nakladal, e che stava parecchio deludendo. Il cambio in panchina era dunque più che prevedibile, e gli alti capi della compagine di Jaroslavl hanno deciso di puntare su Kvarltalnov. Il nuovo allenatore ha preso quella che a cavallo tra settembre ed ottobre sembrava una squadra senza ormai più ne capo e ne coda, ed è riuscito finalmente a tirar fuori il meglio dai prospetti più attesi rappresentati da Kraskovski, Korshkov e Polunin. L’ex guida del CSKA ha mescolato un po’ le vecchie dinamiche, evidentemente ormai finite arrugginite, ed ha apportato qualche modifica alle linee.  Tutti ne hanno giovato, con in particolare Kartayev e Mosyalov, ma anche Apalkov, che stanno avendo una stagione ben migliore di quanto si potesse immaginare. La Lokomotiv è una squadra giovane, molto simile a quella dello scorso anno, eccezion fatta per l’allenatore, che vuole ripetere e, perché no, migliorare la stagione disputata l’annata passata, ma che per farlo, dovrà impegnarsi parecchio.

Il Torpedo è squadra che non molla un centimetro

È una compagine dal gran carattere e che rispecchia appieno l’indole aggressiva, sportivamente parlando, del proprio allenatore Petris Skudra. Il Torpedo è una squadra che convince ma che segna però poco, anche meno di quanto subisce (cinquantasei i gol fatti; sessantaquattro i gol incassati). Sono state molte infatti le vittorie che Parshin e compagni sono riusciti a portare a casa con il ben più calcistico punteggio finale di 1 a 0. A Nizhny Novgorod comunque ci credono, e l’arrivo  di inizio novembre rappresentato dall’attaccante Ivan Zakarchuk ha proprio lo scopo di dare un po’ di peso ad una squadra che a volte lì davanti, dove conta, risulta essere troppo leziosa, e come non potrebbe essere altrimenti, dato i puri talenti di Parshin, Dugin, Mozer, Ticar, Mursak, Galuzin e Daugavins. Impalcatura fondamentale di questa formazione è anche la difesa, dotata di un alto tasso tecnico: Kundratek, Barantsev, Sergiyenko, tutti giocatori molto abili nell’impostazione del gioco.

È il Severstal la sorpresa più grande

Il Severstal ha una tenacia impressionante, una voglia di stupire incredibile e soprattutto una grande fame di vittorie ed è dunque più che meritatamente al sesto posto dell’ovest. Una squadra sicuramente fondata sul sacrificio e sull’unità di gruppo quella di Cherepovets, che aveva iniziato il campionato in maniera maiuscola grazie quasi esclusivamente alle giocate di capitan Kagarlitsky, ma che poi ha iniziato a credere ancor più in se stessa ed ha visto così l’esplosione di quei talenti quali Bumagin, Vovchenko (che sta confermando, e probabilmente superando, i grandi standard della scorsa stagione), e Chernov. I giallo neri non hanno a disposizione dei veri e propri goleador, ma hanno in tasca una quantità industriale di giocatori capaci di far veramente male soprattutto in contropiede, arma difatti preferita dai ragazzi di coach Gulyavtsev. Sicuramente se i vari Rybin, Trubachyov, Monakhov, Zemchenko e Kazakovstev, continueranno a regalare prestazioni così importanti, questo Severstal potrà ovviamente continuare a stupire a suon di contrattacchi.

Il Sochi ed il botto Padaikin

Sei gol e quattordici assist in ventisette presenze, è questo lo score momentaneo del giovane talento nativo di Kiev di proprietà del Sochi, Pavel Padaikin, decisamente in quello che si sta dimostrando l’anno della sua esplosione di talento. Parlando invece della squadra, i Leopardi hanno indubbiamente sofferto un pochino troppo in difesa: ottanta reti subite sono troppe se si vuole aspirare ad un piazzamento importante, e per questo la squadra di Sochi è corsa ai ripari a stagione in corso, siglando gli ottimi arrivi di Polasek e Jokkipakka, che hanno indubbiamente tappato qualche buco. Per quanto riguarda invece le prestazioni offensive, il Sochi è messo abbastanza bene, con l’apporto migliore che è sin qui giunto dagli stranieri O’Dell, Collins e Wellmann, ed il blocco russo capitanato dalle giocate di Lapenkov, Tsvetkov, Grebenshchikov e Shmelyov. La formazione guidata da coach Zubov è stata però troppo legata al rendimento in porta dei due goalie, Shikin e Barulin, con in particolare quest’ultimo che è stato in grado di regalare molti successi ai Leopardi ma che non può ovviamente sempre salvare il risultato.

Dynamo in calo

Erano partiti in quarta i moscoviti in bianco blu, ma sono stati poi lentamente risucchiati in classifica dalle altre compagini, in una forma ben migliore della loro. Sono difatti pian piano peggiorate le prestazioni di quei giocatori che nei primi due mesi di stagione avevano tenuto un ritmo assurdo: Alexeyev, Bryukvin (anche se fermato da un piccolo infortunio) e Tarasov. Al contempo Varnakov ha provato nell’ultimo periodo a salire in cattedra, e ci è in parte riuscito, risultando decisivo in più di qualche occasione, soprattutto nel match contro la sua ex squadra, il Bars di Kazan, vinto dalla Dynamo con il numero 18 a firmare due gol ed il rigore decisivo. Il ritorno di Tereschenko ha invece dato intensità ed imprevedibilità alla manovra offensiva ma nulla più, dato che il trentaseienne è stato sin qui veramente quasi del tutto assente in zona gol, ed è comparso sul tabellino dei marcatori solo due volte, con due assist vincenti. Il problema di questa Dynamo sembra difatti essere il gol: molte le partite che i ragazzi di coach Vorobyov hanno terminato senza riuscire a segnare. Moscoviti che hanno molti cosiddetti “hard working player” e che dunque, ovviamente, se Alexeyev, Bryukvin e Tarasov, risultano essere non in serata, faticano a battere il goalie avversario.

Lo Spartak rinasce dalle sue stesse ceneri

I biancorossi erano fino a poco fa bloccati o meglio, erano apparentemente bloccati, nelle zone basse del tabellone, ma con l’incredibile score di sette trionfi nelle ultime otto uscite, hanno assolutamente risalito la china e sono ora stabilmente al nono posto a meno uno dai cugini bianco blu, battuti tra l’altro ben due volte nei derby recenti a cavallo tra ottobre e novembre. Lo Spartak è inoltre riuscito ad espugnare per 3 a 1 lo SKA Ice Palace, grazie ad una prestazione straordinaria dei due ex Dergachyov e Khokhlachev. I moscoviti sono infatti riusciti ad operare veramente molto bene sul mercato ed hanno portato avanti trattative degne di nota, riuscendo a portare in rosa a stagione in corso: Dergachyov e Podshendyalov in attacco, Osipov in difesa. La squadra di coach Yepachinstev urgeva di forze nuove, ed i nuovi innesti hanno senza dubbio valorizzato l’intero organico. Lo Spartak si sta infatti dimostrando una compagine ricca di talento, dato che oltre ai sopra citati, un ruolo importante è ricoperto anche dai vari: Radil, Komarov, Leschenko, Stoa e Tryunov; e che entra di diritto a questo punto nella lotta playoff.

Dinamo Minsk, Vityaz, Slovan e Dinamo Riga

Il Minsk sta incontrando più di qualche difficoltà e molto spesso paga con la sconfitta i numerosi errori difensivi che un reparto troppe volte deconcentrato compie. Nonostante difatti le giocate del trio canadese formato da Howden, Skille e Fontaine, i bielorussi hanno sofferto parecchio in questo inizio di stagione ma sono però comunque riusciti a lanciare in maniera più che ottima vari ottimi talenti: in particolar modo Sharangovich e Kogalev. Il Vityaz è stato invece fin qui un lontano parente di quello visto lo scorso anno, con Makeyev e Shvets Rogovoi, i due giocatori più positivi. Mentre Slovan e Dinamo Riga arrancano in penultima ed ultima posizione: gli slovacchi hanno sin qui messo sul ghiaccio una difesa lenta ed imbarazzante; mentre i lettoni hanno visto ultimamente un buon incremento nelle prestazioni, che può far ben sperare anche se i playoff sembrano solo un lontano miraggio e distanziano ben ventiquattro punti.

 

 

 

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