Coach Mair: “Siamo pronti e daremo tutto”

(da fisg.it) – Coach, come è andato il raduno? Hai messo in paratica quanto avevi programmato?
“Sì, sono davvero molto contento dell’impegno dei ragazzi in queste settimane insieme. Ovviamente il raduno è stato un po’ spezzettato soprattutto a causa degli impegni dei giocatori che giocano in club stranieri, ma questo ci ha permesso di lavorare sull’intero gruppo provando diversi tipi di formazione e diverse combinazioni di linee che potranno tornarci utili durante il torneo. Si nota ancora chi si allena da tempo e chi invece ha ripreso più tardi, ma insieme si è cercato di alzare lo stato di forma complessivo”.

L’ultimo test match con la Slovenia ha dato in questo senso segnali incoraggianti.
“Aver giocato contro la Slovenia e averla battuta è stato davvero importante, soprattutto per il morale. Affrontare un campione come Kopitar, che i ragazzi non si aspettavano di vedere in campo, ci ha in qualche modo condizionato, almeno all’inizio. Abbiamo approcciato la gara contratti, con troppo timore reverenziale, e lì è stato importante il ruolo dei nostri portieri, Bernard e Cloutier, che ci hanno tenuto in partita quando gli sloveni proponevano un ritmo altissimo. Nel secondo tempo siamo cresciuti e il gol del pareggio ci ha sbloccato anche mentalmente. Abbiamo preso fiducia e mentre loro calavano noi abbiamo alzato ancora il ritmo: un aspetto, guardando ai prossimi giorni, che mi fa ben sperare”.

Su cosa c’è ancora da lavorare?
“L’amichevole con la Slovenia ha messo in evidenza dei meccanismi su cui dobbiamo ancora migliorare e su cui ho insistito proprio nelle ultime sessioni con la squadra. Parlando più in generale, sappiamo di pagare un gap fisico con gli avversari in termini di chili e centimetri: dovremo essere bravi a sopperire con le nostre caratteristiche”.

Quale è il punto di forza di questa Nazionale?
“Senza dubbio il gruppo. Per farcela dobbiamo lavorare di squadra, credere nei nostri mezzi e dare tutto, a maggior ragione in questo momento in cui soffriamo per l’assenza di due o tre pedine importanti. Dal punto di vista tecnico pattiniamo bene; riponiamo poi le nostre speranze soprattutto sul blocco difensivo. Abbiamo come detto due portieri molto affidabili e un reparto arretrato molto ben organizzato che negli scorsi Mondiali ha concesso solo 4 gol in 5 partite in condizioni di 5 contro 5: se restiamo concentrati possiamo superare i momenti di difficoltà che capitano in tutti i match per poi colpire in ripartenza con le nostre armi”.

Testa ora alla gara d’esordio con la Francia.
“In questo genere di tornei la prima partita è sempre importantissima perché indirizza tutto l’andamento della competizione: noi speriamo di partire forte per mettere la strada in discesa. Non credo ci siano favoriti e la differenza tra le nostre avversarie è minima: la Norvegia gioca in casa, la Francia ha giocatori d’esperienza e tecnici che pattinano veloci e pure il Kazakistan ha un bagaglio tecnico di alto livello. Se restiamo uniti e giochiamo da squadra possiamo giocarci le nostre carte fino in fondo”.

Sotto la tua guida l’Italia ha bruciato le tappe: quanto può aiutare questa nuova fiducia?
“Siamo cresciuti tanto e ne siamo consapevoli, ma dobbiamo pensare passo dopo passo. Chi gioca in Italia spesso fatica a farsi spazio nei ruoli chiave perché questi sono coperti dagli stranieri, che spesso sono anche critici nei confronti delle nostre capacità. Invece noi italiani abbiamo fantasia e apprendiamo in fretta, molto più di altri”.

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