Terremoto nell’hockey con la riapertura del caso Montador

di Miki Faella

Torna maledettamente d’attualità la morte di Steve Montador, ex goon della NHL scomparso nel 2015 che potrebbe cambiare le carte in tavola in tema hockey, sicurezza e fighting.

Facciamo un salto indietro per ricordare l’ex canadese Steve, con all’attivo 14 stagioni tra i pro e passate in nordamerica tra saliscendi in AHL ed NHL (Calgary, Florida, Anaheim, Boston, Buffalo e Chicago) e pure due comparsate in Europa tra Mulhouse e Zagabria, è stato trovato esanime nella sua casa a Mississauga il 15 febbraio del 2015 all’età di 35 anni, quattro giorni prima della nascita del figlio gettando nell’oblio l’intera lega; Steve come teammate si sapeva far volere bene ed ammirare ma il decorso nella parte finale della sua carriera è stato un calvario negli ultimi anni.

Le continue risse e relative concussioni avevano portato alla luce un inferno vissuto ad occhi aperti da Montador, con un deteriorarsi delle sue condizioni mentali dovuto ad un grave stato post traumatico dalle troppe commozioni celebrali ricevute in carriera, così come i casi recenti di Wade Belak e Rick Rypien morti suicidi.

Secondo anticipazioni sul caso Montador, la sua morte è al momento in fase di studio presso l’alta corte federale statunitense (i suoi problemi si accentuarono in quel di Chicago) che sta valutando i suoi referti medici, specialmente quelli legati alla famigerata CTE (encelopatia traumatica cronica), sarebbe stata una condizione degenerativa del cervello causata dalle commozioni celebrali che al tempo ha fatto tremare la NFL e che può gettare ombre sui fighting nell’hockey su ghiaccio americano data la “cultura della violenza annessa a queste azioni sul ghiaccio con forti ripercussioni sulla salute fisica e mentale dei giocatori“.

Montador ha sofferto di 11 commozioni celebrali e ben 4 nell’ultima parentesi a Chicago solo nel 2012 che hanno inflitto il colpo di grazia allo sfortunato Steve; ciò potrebbe riscrivere le regole dell’hockey sul tema della sicurezza e prevenzione al fine di evitare altre tragedie.

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