SAN JOSE’ SHARKS: la stagione dei vice campioni

di Fabio Sorini

“Posso accettare la sconfitta, ma non posso accettare di rinunciare a provarci”. Così tuonava un mito dello sport made in USA, quel Michael Jordan che ha costituito un esempio per tutti. Ed è proprio a questo aforisma che i tifosi di San Josè si devono aggrappare, per applaudire la propria squadra che ha combattuto fin quando l’ultimo residuo di energia non si è disperso sul ghiaccio.

Così come per i Penguins, anche la stagione strepitosa degli Sharks parte da molto lontano. E’ il 28 di Maggio del 2015 quando la dirigenza californiana comunica al mondo la scelta del nuovo head coach, che avrà il compito di sostituire Todd McLellan. Sulla panchina degli “Squali” arriva quel Peter DeBoer che può vantarsi di anni e anni di esperienza nella massima serie americana, avendo allenato i Panthers prima e i Devils poi, con i quali ha raggiunto (e perso) le Finals nel 2012. Il roster è praticamente completo fin da subito, ma qualche scambio interessante viene messo a segno: come, ad esempio, la cessione di Niemi a Dallas, nel Luglio del 2015. Questa trade porta, inevitabilmente, ad un quesito ulteriore. Chi prenderà il posto del partente Niemi? A San Josè decidono di affidare le chiavi della gabbia a Martin Jones (proveniente da Los Angeles via Boston) e la scelta si rivelerà decisamente azzeccata.

La squadra, come detto, è quella di sempre: i veterani come Thornton, Marleau e Pavelski si conoscono a meraviglia e il giocattolo funziona. Il nuovo allenatore, dopo un mese di Ottobre problematico nel quale arrivano soltanto il 50% delle vittorie, riesce a dare un’identità al roster che, da Novembre in avanti, inizia a macinare punti. L’aspetto che fa riflettere la tifoseria degli “Squali” è che la squadra sembra girare meglio quando gioca lontano dal SAP Center.

I mesi proseguono e la difficoltà della Western Conference si fa sentire: c’è tanto equilibrio, quanto meno nelle zone alte della classifica, e qualche trade azzeccata può risultare molto utile. Infatti, San Josè, dopo l’All Star Weekend si muove sul mercato: a Febbraio arrivano Reimer (che farà il backup di Jones) e, da Toronto, arrivano anche Spaling e Polak, che completano il roster.

Gli Sharks si dimostrano all’altezza della situazione e si confermano come una delle prime forze nella Western. Dopo le 82 partite della Regular Season, i californiani si classificano al terzo posto della Pacific Division, ottenendo quindi un pass per la post season che sta per iniziare. Playoffs che mettono di fronte agli “Squali” un avversario tosto, fin dal primo turno: tutto il mondo sa che i Los Angeles Kings si trasformano dopo le partite della stagione regolare. Ma San Josè è viva, ha fame di vittorie e non si fa spaventare da niente e nessuno: in cinque partite, Thornton e compagni umiliano i losangelini, facendogli conoscere il sapore amaro della sconfitta.

Anche al secondo turno, l’avversario è veramente difficile da battere. I Nashville Predators, che hanno sconfitto in sette partite gli Anaheim Ducks, fanno sul serio. Gli Sharks combattono disco dopo disco e arrivano a gara 6 (che si gioca a Nashville) con un primo match point a favore, che i Preds salvano. In gara 7, tuttavia, non c’è storia e la Shark Tank mette in mostra le fauci. I Predators escono dal SAP Center con un passivo di cinque reti e con un’eliminazione che fa male. Le Western Conference Finals sono altrettanto spettacolari: i St. Louis Blues hanno dimostrato di saperci fare, visto che hanno avuto la meglio dei Chicago Blackhawks prima e dei Dallas Stars poi. Ma anche in questo caso gli “Squali” si dimostrano più solidi e, in gara 6, vanno a conquistarsi l’accesso alle Finals, per la prima volta nella sua storia.

E poi si arriva a queste ultime due settimane, con i Pittsburgh Penguins che sciorinano un hockey davvero di altissimo livello e con un Martin Jones che ha avuto il merito di salvare più e più volte i suoi compagni. Grazie anche all’appannamento di alcune superstar di San Josè (Pavelski e Thornton su tutti), i ragazzi di coach DeBoer perdono, con molto onore, dopo sei partite. La Stanley Cup va in Pennsylvania, ma ciò non mette in ombra la grandissima stagione degli Sharks i quali meritano, senza ombra di dubbio, un lunghissimo applauso da tutti gli appassionati di hockey su ghiaccio.