NHL: preview della Pacific Division

di Miki Faella

A meno di una settimana dall’overture della Regular Season della National Hockey League, coperta come sempre dal team di Hockeywords, iniziamo il nostro avvicinamento al campionato più bello del mondo dalla divisione del Pacifico, fresca dell’entrata della 31ma (ed ultima) franchigia sbarcata in NHL.

Vegas Golden Knights
FleuryIl sogno di Gary Bettman si è finalmente avverato: portare una major direttamente sui tavoli di Roulette e Blackjack nella Città del Vizio e Del Peccato. Il cache d’entrata è stato valutato sui 500 milioni di dollari, con l’avveniristica T-Mobile Arena sorta ad un tiro di schioppo dal mitico Caesars Palace, simbolo di Vegas ad ospitare le sfide casalinge dei Golden Knights; lavoro esponenziale per il duo George McPhee (GM) e dell’ex HC dei Panthers Gerard Gallant ad allestire sin da subito una franchigia praticamente dal nulla.
L’Expansion Draft, criticato sotto ogni aspetto per scelte (e movimenti post draft), ha portato in dote il simbolo dei vincenti Pittsburgh Penguins (al pari di Crosby e Malkin) Marc-André Fleury in gabbia, l’acciaccato James Neal di Nashville finalisti a sorpresa lo scorso anno e Jonathan Marchesseault dalla Florida, unito a moltissime scommesse quali Reilly Smith e Shea Theodore senza dimenticare la chiamata direttamente in Kontinental Hockey League del russo, Vadim Shipachyov, talento cristallino della Sbornaja. L’apporto poi di navigati Nhlers come Perron ed Eakin così come McNabb e Sbisa in difesa, sono i puntelli su cui poggiare le (inesistenti) base della nuova franchigia.
Previsioni: se i playoff appaiono come un miraggio e passata l’euforia iniziale, sarà fondamentale iniziare a costruire una propria identità e quadra attorno all’ambiente delle luci e casinò nel Nevada.

Anaheim Ducks
Se l’apertura era doverosa per i Vegas Golden Knights, altrettanto lo è per i campioni divisionali dell’anno passato, un solidissimo team guidato da Randy Carlyle che in estate non ha praticamente nulla rispetto alla scorsa stagione.
L’esperienza e voglia di vincere saranno sin da subito il mordente per Capitan Getzlaf e soci, usciti ricordiamo a sorpresa proprio in finale di Conference da Nashville, a primeggiare in un team di assolute stelle in ogni reparto: se in gabbia allo strepitoso John Gibson è stato affiancato il connazionale veterano di mille battaglie Ryan Miller, la difesa avrà ben tre linee praticamente perfette per grinta, agonismo ed esplosività, guidata da Fowler, Vatanen e Lindholm, con Beauchemin a portare in dote tanta esperienza. In attacco ci sarà solamente l’imbarazzo della scelta, ad iniziare dallo stesso Getzlef, a guidare i soliti Corey Perry, Ryan Kesler e Jakob Silfverberg con un manipolo di ‘seconde’ linee da far impallidire ogni franchigia e non solo sotto il cielo della Pacific Division.
Previsioni: negli ultimi anni i Ducks han sempre mantenuto profili bassi all’inizio per poi esplodere nel momento topico della stagione e vedremo se quest’anno reggeranno la truppa dei petrolieri.

Edmonton Oilers
McDavidConnor McDavid. Gli Oilers riprendono da dove avevan lasciato anticipatamente nei PO della scorsa annata, dal fenomenale e stellare McD97, mattatore indiscusso nella precedente stagione. Sulle spalle del centro più forte della Lega ci saranno i sogni e le speranze non solo della Oil Country, a respirare l’aria delle zone più alte della NHL, ma anche quelle dell’intero Canada a voler riportare la Stanley Cup oltre il confine nazionale. McLellan e Chiarelli han lavorato parecchio quest’estate che, oltre ai suntuosi rinnovi sia per McDavid sia per l’altra stella della squadra, ovvero sia quel Leon Drasaitl arrivato alla consacrazione sul ghiaccio canadese, hanno allestito una formazione altamente competitiva in ogni reparto.
Cam Talbot ovviamente sarà nuovamente il partente ma dietro alle spalle già scalpita Brossoit, a far benissimo anche in preseason; esperienza e forza firmata Europa in difesa, con Klefbom, Larsson e Sekera quale muro invalicabile oltre la blu, unito dal talento e classe di Russell e Nurse. L’innesto di Strome e l’avanzamento di Puljuljarvi in prima squadra, portano energia vitale alle linee degli Oilers, con Maroon, Kassian e Lucic a garantire anche forza e sostegno per i centri mattatori, senza dimenticare Nugent-Hopkins.
Previsioni: se ne vedranno delle belle quest’anno ad Oil Country e se il team regge l’impatto dei playoff, i petrolieri saranno pronti al grande salto.

San Jose Sharks
burns 530x333Il team rimasto scottato dopo la breve e fugace apparizione in post-season la scorsa stagione (ricordiamo gli infortuni che pesavan tantissimo sullo scacchiere dei ragazzi di DeBoer), ha cambiato poco o nulla, eccezion fatta per l’addio dello storico Patrick Marleau, volato in quel di Toronto dopo quasi 20 anni in casa Sharks. Colonne portanti per gli squali ovviamente saranno i barbuti Joe Jumbo Thornton e Brent Burns a guidare i rispettivi reparti, mentre in gabbia è stato promosso dalle minor Dell a dar manforte all’ottimo Martin Jones, quale pilastro inamovibile nello slot. In attacco, ritrovato in grandissima forma Capitan Pavelski, ci si aspetta la conferma di Logan Couture e Thomas Hertl, puntando fortissimo sul mix vets/young che anche in tempi meno recenti hanno fatto la fortuna degli Sharks, ad iniziare da Boedker, Karlsson ed Hansen, in attesa di veder sbocciare le stelline Donskoi e Meier.
Pronostico: playoff a portata di stecca e se la malasorte abbandona la Baia quest’anno, gli squali torneranno più minacciosi che mai.

Los Angeles Kings
La terza sorella californiana, dopo la disastrosa scorsa stagione, ha iniziato il proprio restyling partendo dai piani alti; dato il benservito a Lombardi e Sutter, sono arrivate sue stelle del passato a dar lustro ai nuovi Kings, ovvero sia Rob Blake quale GM, mentre John Stevens sarà il nuovo head coach.
Pochissimi i movimenti di mercato quest’estate nella Città degli Angeli, con i confermatissimi Quick e Doughty a fare purtroppo da soli da guardia alla blu di LA: sperando di vedere il miglior Quick dopo il tremendo infortunio della scorsa stagione, Doughty si trova a guidare l’imtero reparto orfano di Top-D, ma con tanto talento da esprimere ma forse ancora acerbo per una piazza affamata di grande hockey. Eccezion fatta per Mike Cammalleri, le linee di attacco si avvalgono dei soliti noti, ovvero sia Kopitar e Brown a caricarsi sulle spalle l’intera spinta propulsiva di LA che, Toffoli, Carter , Gaborik e Pearson, devono tornare a splendere come le scorse annate, coronate (ricordiamo) da due Stanley Cup sotto il cielo di Hollywood.
Previsioni: pagnotta durissima per il duo Blake/Stevens a ridare linfa e mordente al team, soprattutto in una division così affamata ed ostica ma con i playoff che non dovrebbero essere impossibili.

Arizona Coyotes
Salutati i campionissimi Shane Doan e Mike Smith, nel deserto rovente dell’Arizona si ri-riparte con un bel manipolo di campioncini la campagna guidata da Rick Tocchet in panca mentre è stato sapiente il lavoro in estate del GM Chayka.
I baby-coyotes han fame di punti e vittorie, con Max Domi, Tobias Rieder ed Anthony Duclair chiamati a caricarsi la franchigia sulle spalle, mentre se ne vedranno delle quest’anno con lo sbarco in NHL di Dylan Strome e Clayton Keller che, per una volta lontano dal clamore mediatico da rookie, potranno crescere benissimo sotto il sole non più sbiadito dell’Arizona (vedi Perlini e Dvorak). Sono sbarcati in casa ‘Yotes per dar manforte alla traballante blu difensiva Antti Raanta, Jason Demers e Nick Hjalmarsson, a far compagnia alla stellina Domingue ed Ekman-Larsson che dovrebbero re-inverdire la situazione in difesa (da valutare la crescita di Schenn e Chychrun). In avanti da NY è arrivato Derek Stepan a badare agli scatenati baby-coyotes, in uno degli attacchi più giovani dell’intera Lega.
Previsioni: all’anagrafe attuale Arizona dovrebbe giungere all’apogeo tra qualche anno ma intanto proprio la lontananza da clamori e media potrebbe essere linfa vitale a far crescere questa schiera di campioncini.

Calgary Flames
La cocente eliminazione ha fatto malissimo dopo un’ottima annata ai Cow-Boy dell’Alberta. Ci si aspetta nuovamente tantissimo dalle superstars Monahan e Gaudreau quest’anno, veri simboli franchigia in quel di Calgary, senza dimenticare le seconde linee su cui si poggiano le radici del team: i sempre presenti Frolik, Backlund e Bennett, avranno con un anno di maturazione sulle spalle i vari Tkachuk e Ferland, col lavoro sporco affidato ad una grinder-line mica da ridere. Perni della difesa saranno ovviamente Capitan Giordano e Dougie Hamilton che, unito alla cattiveria di Hamonic, daranno ai nuovi arrivati Mike Smith ed Eddie Lack il giusto equilibrio sulla blu.
Previsioni: l’incognita maggiore verrà dalla difesa che, se reggerà l’età di Smith e la condizione di Lack potranno essere spinta per centrare anche quest’anno la post-season.

Vancouver Canucks
Si riparte come sempre dall’amore incondizionato dei gemelli Sedin alla propria franchigia e città. E nonostante sia un bel peso la carta d’identità alla mano i gemellini di casa Canucks, col sicuro aiuto di Loui Eriksson saranno il punto focale su cui dovrà rifondare Travis Green e non sarà per niente facile per la colonia svedese in BC. Gli innesti estivi di Gagner e Vanek non dovrebbero far più sentire soli gli svedesi in attacco, con Horvat e Virtanen, quale perni per il futuro del team, chiamati alla maturità.
Col mesto saluto del veterano Ryan Miller in porta, sarà finalmente Jacob Markstrom a prendere le redini dello slot, con l’apporto di Nilsson a reggere per la RS; in difesa se garantiscono minutaggio e presenza Gudbranson ed Edler, sarà estenuante fatica per Tanev ed i giovani Canucks per proteggere lo slot.
Previsioni: sarà un’altra annata decisamente lunga e di passione in quel di Vancouver, con la città stessa ad essere croce o delizia, vista l’attesa e la fame di grande Hockey di cui sente la platea elitaria della British Columbia.

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