Major League Hockey: la nuova frontiera dell’hockey professionistico?

di Marco Meneghetti

La notizia, data dallo YouTuber ed esperto di hockey Steve Dangle, è di quelle da non credere: un consorzio di finanziatori -la cui identità non è ancora stata chiarita- si starebbe preparando a lanciare una nuova lega professionistica in Nordamerica. Il nuovo campionato, in partenza già nella stagione 2024-25, avrebbe intenzione di imporsi sul mercato traendo ispirazione dal formato 3-on-3 già adottato con successo dalla NHL in caso di overtime: ogni franchigia avrebbe a disposizione un roster di 12 pattinatori e 2 portieri, con 16 squadre ai nastri di partenza impegnate in partite da 24 minuti divise in due tempi regolamentari.

Secondo Dangle, i club facenti parte della MLH dovrebbero avere sede nelle province canadesi del British Columbia, Saskatchewan, Quebec, Ontario e negli stati americani di New York, California, Minnesota, Arizona, Missouri, Nebraska, Oklahoma, Texas, Florida, oltre alla regione del New England. Ovviamente i nomi e le location esatte delle squadre non sono ancora noti, ma almeno due di questi territori potrebbero ricevere due team.

La struttura economica della nuova lega è forse uno dei dettagli più impressionanti dell’intera operazione: ogni franchigia avrebbe infatti a disposizione un salary cap di 30 milioni di dollari, che con un po’ di calcoli permetterebbe ad ogni giocatore -in caso di raggiungimento del cap- di intascare in media 2,1 milioni di dollari. Per dare visibilità al campionato ogni squadra dovrebbe mettere sotto contratto almeno tre giocatori con esperienza di rilievo nei maggiori campionati nordamericani o europei, mentre il resto dei roster resterebbe libero per ingaggiare giovani provenienti dai college o dai campionati giovanili. Si parla anche, seppur vagamente, della possibilità di includere alcune giocatrici di spicco delle leghe femminili all’interno delle singole squadre.

Una struttura così ampia necessita una quantità di denaro tutt’altro che modica per trasformarsi in realtà: non a caso, alcuni addetti ai lavori come il giornalista di The Hockey News Jacob Stoller e Allan Walsh, agente di numerose stelle della NHL, hanno avanzato l’ipotesi che dietro tutto ciò vi sia l’Arabia Saudita, tutt’altro che estranea ad operazioni sportive di dimensioni notevoli. Ai sauditi si affiancherebbe peraltro Bauer, famosissima azienda canadese produttrice di attrezzatura per l’hockey.

Al momento non vi sono ulteriori dettagli: tuttavia, siamo certi che dopo una “bomba” del genere l’ufficialità (o la smentita…) da parte dei diretti interessati non tarderà ad arrivare. Resta soltanto da capire come la MLH si collocherebbe in diretta competizione con la NHL, specialmente in quei mercati in cui entrambe le leghe sono operative, e quale sia il profitto effettivo -in termini di biglietti venduti- proveniente da un formato sicuramente entusiasmante, ma tutto sommato estremamente breve in termini di durata.

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