IIHF Mondiali IIIA: vince la Thailandia, retrocede il Messico

di Marco Benedetti

Si sono svolti a Bishkek, capitale del Kirghizistan i campionati mondiali che la IIHF chiama di terza Divisione, Gruppo A, ma che in realtà sono quelli della sesta serie, con le formazioni che vi hanno partecipato che hanno un ranking mondiale intorno alla quarantesima posizione. Nella piccola ma accogliente Bishkek Arena in Gorodskoy Katok la formazione di casa, netta favorita per la vittoria finale, si è fatta invece sorprendere dalla Thailandia che ha così conquistato la promozione alla seconda Divisione, Gruppo B, del prossimo anno.
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Come spesso succede i campionati delle serie minori, lontano dai riflettori e dai palcoscenici importanti, hanno sempre delle storie che definire bizzarre è poco ma che dimostrano la passione e l’attaccamento che giocatori dilettanti e sconosciuti al grande pubblico hanno verso la propria maglia nazionale.
E’ il caso ad esempio di Ken David Kindborn, uno dei cinque giocatori di origine svedese con doppio passaporto che militano nella nazionale thilandese: Kindborn è nato in Thailandia da padre svedese e madre thailandese, si è trasferito in Svezia da bambino dove ha fatto tutta la trafila partendo dalle giovanili dell’Almtuna. A 20 anni si è trasferito in Thailandia dove ha iniziato a giocare nella Siam Hockey League, il massimo campionato thailandese dove gioca tuttora con i KCG di Bangkok e allo stesso tempo allena la nazionale thailandese under 18. La particolarità di Kindborn è che gioca una media di 54 minuti a partita !!! In pratica esce quando è penalizzato oppure quando si infortuna come nel caso del match contro il Messico dove ha rimediato 4 punti di sutura al mento dopo una carica di un giocatore messicano ma dopo una decina di minuti fuori dal ghiaccio per farsi cucire è tornato a giocare come se niente fosse. Intervistato ci ha detto che per lui è normale avere quel minutaggio (ovviamente impossibile in tornei di più alto livello) e che si sente il leader e un esempio per tutto il movimento hockeystico thailandese.

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E che dire dell’allenatore del Messico Larry Suarez? Lo incontriamo al bar dell’Arena prima dell’esordio contro il Sudafrica. Ci dice che è arrivato la sera prima in città, che non ha viaggiato con la squadra e che non conosce nessuno dei suoi giocatori ! Lui allena l’Eindhoven, squadra militante nella seconda serie olandese, ed è stato chiamato non si capisce bene perché dalla federazione a dirigere i messicani a questo mondiale. Ha accettato ma non sembra molto ottimista sull’esito per la propria squadra in questo torneo, e alla fine avrà ragione…. Nella sua lunga carriera da girovago è passato anche dalle nostre parti, allenando prima a Cortina e poi a Merano.
L’impianto della Bishkek Arena può contenere circa 1800 spettatori e la sera inaugurale musiche kirghize e giovani pattinatori e pattinatrici locali allettano il pubblico nella cerimonia di apertura della manifestazione, con il vice presidente della Federazione hockey del Kirghizistan, dal nome impronunciabile, che fa gli onori di casa davanti un migliaio di tifosi locali, due lussemburghesi, tre tedeschi capitati li per caso, una ragazza del Turkmenistan avvolta nella bandiera del proprio paese e una coppia di sudafricani che vivono a Bishkek e che indossano il cappellino dei gloriosi Springboks rugbystici, oltre a chi vi scrive a un altro giornalista italiano e a un addetto alle statistiche e agli aggiornamenti in diretta di vari siti online sparsi per il mondo.
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Abbastanza minacciosamente numerosi uomini in mimetica dell’esercito kirghizo fanno il loro ingresso nell’Arena, è il segnale che qualche importante personalità politica è attesa alla cerimonia inaugurale. L’onnipresente vice presidente della federazione kirghiza fa gli onori di casa e controlla che tutto vada per il verso giusto, ci consegna dei preziosi pass “all access” e dopo un suo cenno la cerimonia può iniziare.
Per quanto riguarda la parte sportiva la Thailandia ha dominato il torneo vincendo tutte cinque le partite disputate, grazie anche ai già citati 5 giocatori “svedesi” nel proprio roster e al portiere di chiare origini americane Benjamin David Kleineschay che ha parato con il 94.51 di percentuale e che è stato giustamente premiato come miglior portiere del torneo. Il primo incontro si è rivelato poi essere la finale che il Kirghizistan ha perso addirittura per 9-4 subendo 5 reti nell’ultimo periodo nonostante la presenza di Mamed Seifulov, il giocatore con più classe e talento di tutto il torneo. La differenza l’hanno fatta i portieri con il già citato thailandese che ha parato 51 dei 55 tiri ricevuti mentre il collega Kirghizo Alexander Petrov ha subìto 9 reti su appena 22 tiri effettuati dai thailandesi e il risultato finale si spiega in questa statistica.
Tutte le altre partite hanno rispettato il pronostico con i thailandesi che non hanno più sofferto e con i padroni di casa ormai cosci di aver perso le possibilità di promozione nella prima partita. Buon terzo posto finale per il Lussemburgo che ha battuto Sudafrica, Turkmenistan e, dopo i tiri di rigore, anche il Messico mentre il Sudafrica vincendo la prima partita per 6-3 contro il Messico si è messo in salvo.
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A questo punto l’ultima partita che contava qualcosa era la sfida tra Messico e Turkmenistan con la perdente che sarebbe stata retrocessa. Larry Suarez avrebbe voluto schierare in porta Tomas Payro ma un ordine perentorio dall’alto, ovvero dal Presidente della Federazione Messicana, il pittoresco settantunenne Joaquin de la Garma, impone tra i pali Santiago Gomez che subisce cinque reti in 22 minuti. A questo punto Suarez non ne può più e lo toglie dalla porta scatenando nel dopopartita le ire del suo presidente, il risultato però non cambia e il Turkmenistan vincendo 8-4 decreta la retrocessione dei centroamericani.

CLASSIFICA FINALE
Thailandia 5 5 0 0 0 38 9 15
Kirghizistan 5 4 0 0 1 37 22 12
Lussemburgo 5 2 1 0 2 17 22 8
Turkmenistan 5 2 0 0 3 23 31 6
Sudafrica 5 1 0 0 4 13 26 3
Messico 5 0 0 1 4 15 33 1

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