HockeyWorlds: Hotel Sarajevo. L’hockey balcanico tra tradizione e rinascita

di Marco Meneghetti

Prosegue il viaggio di HockeyWords alla scoperta delle nuove (e meno nuove) frontiere dell’hockey europeo. Dopo esserci occupati della Norvegia volgiamo il nostro sguardo a Est, e ci addentriamo nell’enorme regione che si apre appena al di là di Trieste: i Balcani.

JesenicePochi conoscono la grande storia hockeystica dei Paesi un tempo facenti perte della Jugoslavia: fondato nel 1937, il campionato dell’ex Stato multietnico governato dal Maresciallo Tito fu in grado di sfornare un gran numero di ottimi giocatori, anche se nel corso della sua ultradecennale storia esso fu -prevedibilmente- dominato da club provenienti dalle Repubbliche più settentrionali: la Croazia e la Slovenia. Un dato particolarmente interessante se pensiamo che tre di queste dominatrici sono ora impegnate in campionati che riguardano direttamente anche noi: la EBEL e la Alps Hockey League. 

Nel caso di quest’ultima lega, troviamo le slovene Jesenice e Olimpija Lubiana, quest’ultima nata come SK Ilirija; in EBEL ha invece fatto il suo ritorno proprio quest’anno il Medvescak Zagabria, impegnato in precedenza in Kontinental Hockey League. Come se non bastasse, sia Olimpija che Jesenice avevano in precedenza rimpolpato a loro volta i ranghi della massima serie austriaca.

La Slovenia è naturalmente la portabandiera dell’hockey ex-jugoslavo: senza bisogno di nominare leggende come Rudi Hiti o il ben più recente Anze Kopitar (capitano dei Los Angeles Kings in NHL), la piccola Repubblica del nord conta ben 1024 giocatori registrati, sette impianti al coperto e, soprattutto, la partecipazione della nazionale maschile ai prossimi Giochi invernali in Corea del Sud assicurata, nonostante la coincidente retrocessione in Division IA dopo i Mondiali franco-tedeschi del 2017.

Oltre agli Orsi, la Croazia possiede anche un altro team interessante, il Mladost (Gioventù) di Zagabria. Vincitore di due titoli jugoslavi nei tardi anni Quaranta e di uno croato nel 2008, esso annovera tra i suoi principali rivali il Sisak e l’HK Zagreb, in una lega che spesso ha contato solamente quattro (!) club iscritti.  In ambito iridato, la nazionale maschile è attualmente impegnata in Division IB.

Ma la storia non finisce qui: anche la Serbia può vantare alcuni club degni di nota, come lo Stella Rossa Belgrado e soprattutto il Partizan, vincitore di tre titoli jugoslavi. Le due compagini, entrambe parte delle arcinote polisportive, condividono lo stesso palazzetto, ma nonostante ciò sono protagoniste di un’acerrima rivalità (come d’altronde accade in altri sport come il calcio e la pallacanestro). Una menzione la meritano anche lo Spartak Subotica e il terzo club belgradese, il Vitez. La nazionale serba è attualmente iscritta alla Division IIA dei Mondiali maschili.

Pozdrav_Medvescaka_navijacima_A_i_B_2_1209In Bosnia, l’hockey su ghiaccio risulta molto meno sviluppato. Tuttavia, esiste una lega nazionale, fondata nel 2002 e attiva a intermittenza da allora. Naturalmente -anche a causa dei Giochi invernali ivi disputatisi nel 1984- l’epicentro del movimento è a Sarajevo, dalla quale proviene anche l’unico team che possiamo considerare dotato di un minimo di “tradizione”: il Bosna, anch’esso parte di una più ampia polisportiva in cui a farla da padrone è -ovviamente- il basket. Ancora in fase di consolidamento nel resto del Paese, l’hockey bosniaco possiede però una rappresentativa nazionale, speranzosa di poter accedere alla Division III della manifestazione iridata.

Per quanto riguarda il Montenegro, non esiste purtroppo attività degna di nota ad eccezione di un palazzetto indoor nel centro della capitale Podgorica, utilizzato però soltanto per il pattinaggio artistico. La Macedonia è in una situazione leggermente migliore, con sei impianti (di cui però solamente uno coperto) e una nazionale riconosciuta dalla IIHF, anche se non partecipante ai Mondiali in nessuna categoria.

Con tre club “balcanici” impegnati in tornei internazionali di alto livello e una nuova competizione congiunta denominata International Hockey League (nome abusato decine di volte a ogni latitudine!) che vede impegnati club sloveni, croati e serbi, il movimento di questo pezzo di Europa sudorientale spera di poter diventare più solido: lo speriamo anche noi, visti i recenti successi di Olimpija, Jesenice e Medvescak, ma soprattutto delle buone prospettive che il gioco più bello del mondo potrebbe avere anche altrove in queste terre un tempo tormentate.

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