Colorado Avalanche: l’offseason che può cambiare il futuro prossimo della franchigia

di Marcello Savastano

Negli ultimi anni la dirigenza dei Colorado Avalanche, capitanata dallo storico ex giocatore Joe Sakic, è riuscita nell’impresa di rivoluzionare completamente la rosa portandola a competere per i massimi traguardi.
Per arrivare a questo a Denver sono state prese delle scelte che talvolta potevano sembrare azzardate come il 7x5M offerto a Girard nel 2018 o premature come il 7×6.3M a MacKinnon nel 2016, altre addirittura folli come la trade riguardante Duchene.

Fino a questo momento è impossibile trovare pecche nel lavoro svolto dal GM grazie anche al lavoro di scouting grazie al quale gli Avalanche sono riusciti a draftare nomi come lo stesso MacKinnon, Makar, Landeskog, Rantanen e Jost riuscendo a creare una base molto importante.
Ma quando crei un roster di alto livello arriva sempre il momento in cui devi far fronte alla questione “Salary Cap” e per Colorado questa offseason e la prossima saranno assolutamente decisive se, inoltre, ci mettiamo in mezzo anche l’expansion draft imminente per l’ingresso in NHL di Seattle.
La prima mossa Sakic, in realtà, è stato costretto a farla nel 2019 con il termine dell’ELC di Rantaten che è riuscito (grazie alla miglior stagione da lui disputata fino ad ora) a strappare un contratto importante di 6 anni con un cap hit di 9.25M.IMG-20210719-WA0001

Il giocatore è assolutamente fondamentale per la squadra ma una scelta del genere avrà ripercussioni pesanti nelle prossime contrattazioni. Colorado si trova infatti a dover rinnovare contratti pesantissimi in questi giorni come quello di Makar (RFA già in questa offseason per aver perso un anno di ELC giocando i playoff 2018) che sicuramente riceverà laute offerte da diversi club portando gli Avs a dover aprire il portafoglio per pareggiare e non perdere uno dei migliori difensori della lega. Anche Jost e Sherwood sono RFA, ma saranno sicuramente casi meno intricati.
Altro discorso fondamentale sono gli UFA con i quali le contrattazioni partono da zero. Se da un lato la dirigenza ha già comunicato a Bellemare di trovarsi un’altra squadra mentre Saad sembra uno di quei contratti che verranno presi in considerazione solo se dovesse rimanere un cap space esagerato, dall’altro Landeskog sembra una bel rebus; nessuno vuol vedere il capitano andare altrove ma a quanto sembra le parti sono ancora abbastanza distanti ed il non averlo protetto per l’entry draft darà diritto a Seattle di condurre trattative esclusive con il giocatore già 4 giorni prima dell’inizio della Free Agency.
Nonostante la mossa di Erik Johnson che rinunciando alla NMC sul suo contratto ha liberato di fatto un posto nella lista, Sakic ha preferito utilizzarlo per proteggere O’Connor affidandosi, forse, al fatto che il capitano non chiuderà un altro contratto senza prima aver cercato un punto di incontro con la sua squadra attuale, ma solo il tempo potrà dirci se sia stata una scelta saggia o meno.

Le scelte da prendere in casa Avalanche sono tutt’altro che semplici dato che anche tra i pali al momento l’unico contratto in sede è quello di Francouz ed anche se Grubauer ha fatto sapere mezzo stampa di voler restare a Denver, sicuramente l’ottimo contratto da 3 milioni con il quale è arrivato richiederà un cospicuo aumento oltre al fatto che l’anno prossimo ci sarà da rinnovare il contratto più pesante di tutti, quello di MacKinnon che a suo tempo (poco prima del rinnovo di Rantanen) aveva dichiarato che pur di vincere con questa maglia avrebbe portato al tavolo di Sakic richieste anche inferiori a quello che il mercato poteva offrire, ma il rinnovo del finlandese ha sicuramente alzato il tiro di tutti i giocatori e quello di Makar rischia di farlo ulteriormente portando alla rottura di un giocattolo che al momento tiene ancora gli Avalanche in testa alle quotazioni fatte dai bookmaker per la prossima stagione anche se tutto potrà cambiare nel giro di una decina di giorni.

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