Tuukka Rask appende i gambali al chiodo!
di Miki Faella
Leggere quelle righe fa male, maledettamente male…il commiato, il saluto di chi lascia l’Hockey giocato a soli 34 anni e lascia dietro di se un’eredità quasi impossibile da colmare.
Eppure, fino a qualche settimana fa eravamo tutti, indipendentemente dalla fede o simpatia, felicissimi del ritorno all’hockey su ghiaccio del fenomenale Tuukka Rask, uno dei portieri più forti dell’ultima decade hockeystica mondiale, a difendere La Sua gabbia di Boston, unico team della NHL dove ha giocato per 15 meravigliose stagioni e diventava un tutt’uno quando a centro ghiaccio il primo faceoff apriva un incontro dei Bruins.
“Oggi è un giorno che speravo non arrivasse mai però ora e qui sento di doverlo di dirlo a tutti quanti. Quando ho deciso di sottopormi all’intervento all’anca la scorsa estate, l’ho fatto sapendo che la strada per il recupero pieno sarebbe stata impegnativa. Sapevo anche che era un qualcosa che avrei dovuto fare se avessi voluto avere di nuovo la possibilità di giocare nella mia miglior condizione. Riabilitazione ed allenamenti erano tutti preparati con l’intenzione di tornare al meglio per essere d’aiuto i miei compagni di squadra a vincere nuovamente per provare un’altra corsa alla Stanley Cup.
In queste ultime settimane, mi sono reso conto che il mio corpo non sta rispondendo nel modo necessario per giocare al livello che mi aspettavo per me stesso così come meritano i miei compagni di squadra e i fan dei Bruins. Pertanto, è con il cuore afflitto che annuncio il mio ritiro dal gioco dell’hockey”.
Inizia così un lunghissimo saluto del fenomenale Tuukka a chi lo ha aiutato e supportato in tutto questo tempo, dalla famiglia, ai teammate ed all’organizzazione dei Boston Bruins, semplicemente più di una famiglia per Rask.
Gli inizi e la maledizione Leafs
Draftato originalmente dai Toronto Maple Leafs nel 2005 al 21mo assoluto, il buon Rask ha scalato dapprima tutti gli steps con l’Ilves Tampere nella nativa Finlandia, partendo dall’U18 fino alla prima squadra dove arriva proprio nell’estate post-draft; fa benissimo per due stagione a Tampere mentre nel mezzo la disgraziata organizzazione dei Leafs scambia Rask per…Andrew Raycroft!
Raycroft (ad onor del vero) veniva da una stagione pazzesca proprio coi Bruins al debutto in NHL, nell’Ontario si innamorarono di lui ed un tale Justin Pogge (ricordate? Entrambi visti anche quaggiù) e mentre Raycroft in due stagioni disastrose è più ricordato per un sonnellino sul pancone, il buon Rask affila gli artigli preparandosi allo sbarco in nordamerica. Per i Toronto Maple Leafs sarà la peggior trade della storia.
Believe
Firma un triennale coi Bruins nel 2007, assapora lo stesso anno il ghiaccio della NHL ma il duo degli starter (Thomas/Fernandez) da garanzie sufficienti per Boston ed accetta di buon grado la gavetta nelle minors in quel di Providence, dove rimane in pianta stabile per due annetti. Nel 2009 è pronto al salto in NHL, firma per altri due anni coi Bruins e si suddivide lo slot con Tim Thomas, scrive un pezzo di storia da rookie in NHL (complice un infortunio per Thomas) subendo meno di 2 reti ad incontro in 57 uscite!
I numeri sono pazzeschi, l’anno seguente però Thomas è letteralmente strepitoso ed il buon Tuukka si “accontenta” di assistere da backup alla corsa alla Stanley Cup del 2010/11.
It’s your time!
Per un biennio è praticamente l’ombra di Thomas che, nonostante le troppe candeline sulla torta non ne vuole sapere di dare l’addio all’hockey giocato ed i Bruins spediscono l’eroe della Stanley 2011 a NY, sponda Isles nel febbraio 2013, con Rask a diventare starter inamovibile a Bean Town, proprio nell’anno dello short-lockdown dove l’estremo finnico si prepara prima in Cechia col Plizen, per poi trascinare Boston con numeri mirabolanti fino alle Stanley Cup Finals con Chicago, con Kane e soci a spuntarla in 6 uscite. Porta a casa il Vezina Trophy (Goalie MVP) e Boston lo blinda per 8 stagioni per 56 milioni di dollari complessivi con buona gioia per Toronto, ancora a dare un senso alla trade con Raycroft.
La definitiva consacrazione
Le sue vittorie ed i suoi numeri ogni stagione sono una sentenza, sempre tra i top della Lega per minor numero di reti subite, miglior percentuale di parate e soprattutto vittorie, a far diventare ostica ad ogni latitudine proprio chi doveva scontrarsi con franchigia del Massachusetts col buon Rask a strappare consensi (al pari di King Henrik, Price o Fleury) applausi e primi turni di playoff ai “suoi” Maple Leafs, tanto da diventare un meme costante in tutto il globo.
Poi arrivano i record su record con Boston, il President Trophy a suon di vittorie, il maggior numero di presenze nello slot a Bean Town, le dalle 300 vittorie con la stessa casacca e nuovamente le Finals della Stanley Cup nel 2019, interrotte a Game 7 dai St.Louis Blues al suono di Gloria, a rovinare l’ennesima prestazione da annali con solo 2 reti subite a partita ed oltre il 93% di parate, semplicemente mostruoso.
Il Covid, declino e l’addio
In tre stagioni, dove lo stesso mondo è cambiato con la pandemia, lo stesso Rask viene toccato nel profondo; con l’interruzione della stagione causa Covid-19, Tuukka rimane vicino alla famiglia in Finlandia e quando la stagione viene ripresa nella “bolla di Edmonton e Toronto” ma dura solo qualche partita prima di salutare nuovamente; solo lo staff ed i giocatori di Boston sanno cosa è successo, il mondo stesso gli punta il dito contro ma Tuukka va per la sua strada rimanendo vicino alla figlia malata.
Nella mezza stagione seguente continua a dividersi il posto da partente con Halak e solo a fine stagione decide di operarsi all’anca, dopo aver patito le penne dell’inferno per un acuta infiammazione. I dottori in primis sono vanno abbastanza cauti con l’estremo finlandese, lo stesso Rask accetta di buon grado l’intervento nonostante gli avvisi e nella lunga riabilitazione sembra esser tornata sia il feeling sia la confidenza con lo slot; i Bruins si erano coperti con Ullmark e Swayman nello slot nell’attesa di riabbracciare Rask che torna il 13 dicembre dopo un periodo di allenamenti nel farm team di Providence, dove tutto era iniziato.
Il feeling tanto sperato purtroppo non è arrivato, in 4 uscite raccoglie le ultime due vittorie in NHL contro Phila e Winnipeg, alzando bandiera bianca poco dopo la sconfitta contro Anaheim, dove è chiaro che nulla sarà come prima. Torna nella lista infortunati, poi la decisione il 9 febbraio di dare l’addio all’hockey giocato.
Una vera maledizione.
Record ed eredità ineguagliabili
Con la gloriosa jersey #40 di Boston ha raggiunto traguardi semplicemente inaspettati, raggiungendo nella natia Finlandia mostri sacri come Pekka Rinne o Miikka Kiprussoff per intenderci, diventando il secondo goalie di scuola finnica a vincere la Stanley Cup (ci riuscì nel 2010 Antti Niemi con Chicago).
In 15 stagioni ha raccolto 308 vittorie in 564 partite (doppio record Bruins) chiudendo col 92,1% di parate (terzo posto di tutti i tempi) e con 2.28 di media reti subite (11mo nella storia NHL), senza dimenticare il Vezina nel 2014 ed il Williams Jennings nel 2020. Durante la sua carriera in National Hockey League per sua stessa volontà, ha sempre e solo portato i gloriosi colori dei Boston Bruins, rispedendo sempre al mittente offerte, rumors e le ennemila voci di corridoio che lo volevano lontano dalla sua Boston…un amore a tinte giallonere inscindibili dal suo immenso cuore!
Con la nazionale finnica non è stato così fortunato come in carriera portando a casa un doppio bronzo ai mondiali U20 ed alle Olimpiadi del 2014.
Ancora non ci crediamo e solo gli Dèi pagani dell’hockey sanno quanto ci mancherai Tuukka!
Foto dalla pagina Instagram di Tuukka Rask