SHL: Skelletfea a singhiozzo; Linus Omark con le lacrime contenute
di Nicola Tosin
Dopo dieci giorni di competizione, non si può certo dire che la SHL offra le parvenze di una lega sbilanciata, in grado di offrire squadre di serie a e squadre di serie cadetta. Per nulla, poiché in queste prime quattro uscite il senso di bilanciamento è al limite del mistico: tranne le prime due della classe, Orebro e Farjestad, tutte le altre hanno una differenza reti rasente allo zero. Prendiamo l’esempio di Frolunda e Rogle, una terza e l’altra quarta: la formazione allenata da Roger Ronnberg ha subito dieci reti e ha un plus di uno, mentre i ragazzi capitanati da Anton Bengtsson ne hanno subite solo nove ma realizzata una in meno, quindi con un malus di uno.
Una situazione che troviamo in qualsiasi tabellino dedicato alla singola squadra che si analizza, basti pensare che il neo-promosso Modo è al penultimo posto con dieci reti siglate e dieci subite. Dei dati che fanno capire quanto sia un campionato in bilico, almeno in questo inizio, oltre ad offrire un gioco dinamico e pieno di stecche di qualità. Tanta tecnica, è noto, anche in un Oskarshamn che le ha perse tutte ed in grado di essere l’unica a non seguire il trend di cui abbiamo parlato, con ben diciassette reti subite contro le sole otto siglate, di cui la metà prodotte dalla coppia Lodin-Karklvist.