NHL Eastern Conference preview: Florida a guidare il gruppo

di Emanuele Badessi

Se ad Ovest Colorado l’ha fatta da padrone, ad Ovest sono i Panthers, freschi vincitori del President Trophy scippato in extremis proprio agli Avs, a farla da padroni con ben 122 punti all’attivo a fine RS. I Panthers, guidati da un ottimo Huberdau, secondo solo ad uno stellare Connor McDavid in quanto a punti realizzati, se la vedranno con i Capitals di Alexander Ovechkin,  per provare a regalare a “Big” Joe Thornton quella coppa che il veterano di mille battaglie di London insegue come coronamento di una carriera già straordinaria.

 

Alle spalle della franchigia di Sunrise gli Hurricanes e i Leafs, divisi tra loro da appena un punto con i primi che dopo una ottima stagione, con il duo Andersen-Raanta a portarsi a casa il William Jennings Trophy come coppia di goalie con il minor numero di goalie subiti e un Seth Jarvis che alla sua prima annata tra i grandi è riuscito a lasciare il suo segno con 40 punti all’attivo.  Per i ‘Canes il primo ostacolo per tentare di ripetere a corsa che gli fece alzare la “Mug” nel 2006 sarà rappresentato da un cliente da sempre scomodo: quei Boston Bruins che in più di un’occasione hanno dimostrato che l’adagio per cui “i playoff sono un’altra cosa” è quanto mai vero, riuscendo a cambiare pelle e gioco quando le partite iniziano a contare sul serio.  Per quanto riguarda la squadra della città dell’Ontario, con un Matthews in grande spolvero, dovrà cercare di registrare una difesa che nelle ultime stagioni è stata il punto debole di una squadra costruita, a torto o a ragione, per girare a mille soprattutto dalla linea di centroghiaccio in avanti.  A sbarrare la strada al  primo turno a Toronto i bicampioni in carica di Tampa, un avversario tutt’altro che malleabile nonostante il piazzamento in RS non di primissimo piano. Per i Bolts di un ritrovato capitan Stamkos, questa postseason potrebbe essere quella dell’assunzione in paradiso in caso di Three-peat ma la strada è lunga e le avversarie non mancano, a partire proprio da una Toronto che non alza al cielo la coppa dall’ormai preistorico 1967.

A chiudere la rincorsa alla coppa troviamo una sfida che è un classico sulla costa dell’ Atlantico e cioè quella tra la franchigia di Broadway e i ragazzi di Steel City. Anche qui abbiamo da una parte il miglior portiere per statistiche della lega, quell’Igor Shesterkin che ha raccolto l’eredità, pesante  come un macigno dalle parti della “Most Beatiful Arena in The World”, di “The King” Henrik Lundqvist riuscendo a sostituirlo nei cuori dei tifosi a furia di prestazioni maiuscole e medie altissime di parate (ha chiuso la RS in prima posizione tra i goalie con un impressionante 0.935 arricchito da ben sei partite perfette. Oltre alla solida difesa, con un Fox sempre attento e con il vizio del goal, i Rangers hanno trovato quest’anno un Kreider in splendida forma, autore di 50 reti. Dall’altra parte oltre ai soliti noti, Crosby, Malkin e Letang, da rimarcare l’ottimo momento di Tristan Jarry, che se riuscirà a mantenere la concentrazione anche ora che le partite contano il doppio potrà dare filo da torcere alle blueshirts.

Fuori dai giochi l’altra squadra della Grande Mela, gli Isles, assieme alla nobile decaduta Detroit e a Columbus, Buffalo, Devils,Blue Jackets, Flyers  e Senators troviamo in ultima posizione Montréal sempre più in crisi ma che potrà ripartire l’anno prossimo da Cole Caufield, che già in questo suo anno da rookie ha fatto vedere cose eccellenti, e dal ritrovato Carey Price che ha fatto il suo rientro a difesa dello slot della franchigia Quebecois nelle ultime giornate di regular season, dopo aver risolto i suoi problemi.

About the Author