Lo “strano sorteggio” della Champions Hockey League

La Champions Hockey League riapre i battenti. Dopo la cancellazione dell’edizione 2020/21, dovuta alla pandemia, le 32 squadre più forti d’Europa (KHL esclusa, s’intende…) sono pronte a darsi nuovamente battaglia: mercoledì 19 maggio, alle ore 18, si terrà il sorteggio che definirà i gironi. A fare da portacolori per l’Italia ci sarà ancora una volta il Bolzano, qualificatosi per la quarta volta alla kermesse continentale: i Foxes, che nel 2014 non avevano superato per un soffio la fase a gironi, nel 2018 hanno invece ottenuto il loro miglior risultato, arrivando agli ottavi di finale e venendo poi eliminati dal Plzen. Quest’anno, però, nel format della competizione c’è qualcosa di diverso, che non può che far storcere un po’ il naso. Ma andiamo con ordine.

Il board della CHL ha fissato al 26 e 29 di agosto le prime due giornate di gioco, date però in cui diversi Paesi partecipanti saranno impegnati con le proprie Nazionali nelle qualificazioni olimpiche. Per questo motivo le modalità del sorteggio sono state modificate: le otto squadre coinvolte saranno riunite nell’urna numero 5 e sorteggiate in due gruppi da quattro squadre, con le giornate del 26 e 29 agosto rinviate al 9 e 12 settembre. Le altre 24 squadre, invece, saranno come sempre divise in quattro urne e sorteggiate secondo la procedura standard in sei gruppi da quattro.

Questo cosa significa? Semplice. Visto e considerato che la CHL ha anche deciso di eliminare sia le fasce che la “league protection” nel sorteggio dell’urna numero 5, il Bolzano avrà grosse possibilità di pescare nel girone una squadra della sua stessa lega, se non due: l’EC KAC e l’EC Red Bull Salzburg. Le altre compagini sorteggiabili sono i Rouen Dragons (campioni di Francia), il Frisk Asker (vincitori della regular season norvegese), il JKH GKS Jastrzębie (campioni polacchi), il Rungsted Seier Capital (campioni di Danimarca) e l’HC Donbass Donetsk (campioni ucraini, che hanno ottenuto per la prima volta una wild card).

Basta dare una rapida occhiata ai nomi per capire che nessuna di queste squadre avrà la possibilità, almeno ai gironi, di giocare contro le più blasonate realtà di Svezia, Finlandia, Svizzera, Germania e via dicendo. Certo, in questo modo tutte avranno più probabilità di passare il turno e avanzare alla fase a eliminazione diretta (il Bolzano c’era comunque riuscito battendo ai gironi nel 2018 squadre del calibro di Skelleftea e Helsinki), ma una riflessione va comunque fatta. La Champions Hockey League per molte società rappresenta una vetrina, un’opportunità unica e soprattutto un richiamo per il pubblico, che ha la possibilità di osservare da vicino squadre e giocatori estremamente affascinanti e di solito irraggiungibili: ricordiamo tutti quando, nel 2018, a fine agosto il Palaonda ospitò oltre 4.000 persone per le sfide contro gli svedesi dello Skelleftea e i finlandesi dell’HIFK. Al netto dei dubbi che ancora permangono sul numero di spettatori ammessi allo stadio in tutti i Paesi coinvolti, la modalità scelta dalla CHL farà venire meno il “fattore straordinarietà” di alcune sfide: dall’urna numero 5 usciranno due gruppi che ricorderanno più la Continental Cup che la Champions Hockey League, senza parlare del rischio di vedere tre squadre della stessa lega in uno solo girone (stimolante da una parte in quanto “derby”, sconfortante dall’altra visti i già numerosi scontri diretti in campionato). E questo, naturalmente, rispettando la storia di ogni società partecipante, gli illustri precedenti, le bellissime realtà che comunque terranno alto l’interesse della competizione. Ma le società devono fare i conti e richiamare pubblico allo stadio nei giorni di fine estate.

Indubbiamente la CHL sta crescendo in termini di consensi e visibilità, l’ascesa del numero di spettatori negli stadi negli anni lo conferma. Questa scelta, alla fine dei conti, forse non graverà sull’affezione dei tifosi. La domanda però resta: valeva davvero la pena rivoluzionare e “squilibrare” il sorteggio soltanto per non rinunciare alle date d’agosto?

Foto Vanna Antonello

About the Author