Jonathan Drouin: più forte delle paure
di Miki Faella
È tornato sul ghiaccio nella pre-season uno di quei giocatori tanto forti quanto bizzosi, capace di cambiare con un lampo di genio il corso di una partita o di portarti alla disperazione quando non ne vuole sapere; questo è all’esterno Jonathan Drouin, ala dei Montreal Canadiens, tornato sul ghiaccio da poco dopo aver combattuto contro insonnia ed ansietà.
Il 26enne giocatore quebecois era già una star ai tempi delle juniores nazionali, conteso per un posto ai draft ed ogni volta sul ghiaccio col Canada mandava in visibilio gli addetti ai lavori; lo sceglie Tampa Bay alla numero 3 del draft del 2013 (primo a sinistra accanto a Nathan MacKinnon ed Alex Barkov) in uno di quei draft più ricco di talento dell’intera storia della NHL ed il matrimonio coi Bolts sembra uno di quelli da sogno ma si trasforma ben presto in un rapporto di amore ed odio, coi Bolts esasperati dagli atteggiamenti da prima donna soprattutto negli spogliatoi dove il suo magico appeal da rompiscatole non passa inosservato sin dai tempi delle giovanili. Cooper e l’allora GM di Tampa Yzerman, dopo l’ennesima sfuriata pubblica dell’ala canadese, cercano altri lidi per il buon Drouin, insofferente al clima (ed alle cure) di casa TB e si accordano con Montreal per uno scambio col giovane prospetto Sergachev, che farà la fortuna per inteso dei Bolts nel recente back-to-back Stanley.
A Montreal sembra tornare la voglia di giocare e mettersi fortemente in gioco, un team quasi costruito per lui nonostante le bizze del GM BriseBois, intollerante alle critiche con una visione del gioco tutta sua lo aiutano ma dopo due anni arriva un brutto infortunio al polso e perde mezza stagione; nell’anno della pandemia iniziano a mostrarsi i primi segni di insofferenza e dopo un inizio promettente, Jonathan si perde strada facendo, chiudendosi sempre più in se stesso coi suoi demoni.
La stagione passata non ne può più e complice anche un KO sul ghiaccio, in accordo con la dirigenza quebecois si prende un periodo off dall’hockey e si concentra su di se; i maligni calcano la mano ma di Drouin si perdono le tracce, compresa la volata dei Canadiens alle Stanley Cup Finals dove appare sorridente a supportare la squadra che però si arrende a TB in 5 partite.
In una recente intervista, lo stesso Drouin ha raccontato del suo malessere:
“Non stavo bene al punto che non controllavo più il mio corpo. Quello è stato davvero il momento in cui ho capito che avevo bisogno di una pausa dall’hockey e di fare un passo indietro…avevo preso la decisione di prendermi cura di me stesso ed ero felice della mia decisione…sono stato aiutato nel mio percorso da brave persone e mi hanno consigliato come affrontare i miei problemi di insonnia ed ansia ed ora posso tornare a pattinare felice e senza paure.”
Nelle prime uscite di preseason ha ben impressionato dopo aver lavorato tantissimo sul punto di vista mentale, tornando ad aver fiducia in se stesso e come ha concluso: “È bellissimo tornare ad essere felice e pattinare con i miei compagni, l’hockey mi mancava e mi aiutando tantissimo.”
Chapeau Jonathan e ben tornato!