Stecche al cielo per Tony O
di Miki Faella
Come un fulmine a ciel sereno è arrivata da oltreoceano la scomparsa dell’HHoFamer Tony Esposito che all’età di 78 anni ha perso la sua battaglia contro un cancro al pancreas. Tony O, precursore rivoluzionario del butterfly style e fratello del leggendario Phil (centrone di Chicago, Boston e Rangers) era originario di Sault St.Marie, ha giocato 16 stagioni straordinarie stagione della NHL, iniziando a scaldarsi con Montreal (Stanley da terzo goalie con gli Habs) per poi diventare leggenda con i Chicago BlackHawks, vincendo il premio per il miglior rookie nel 1970 e ben 3 Vezina Trophy (1970, 1972 e 1974); andrà vicino a sollevare la Stanley Cup con Chicago nel 1971 senza mai alzarla da starter, conquistando record su record (423 vittorie in 886 partite) e divenendo simbolo di Chicago in quegli anni, dove il suo #35 è sinonimo di goalies nel globo grazie ad un aneddoto storico; finite le jersey convenzionali (dalla 1 alla 30) usò la poco richiesta 35 al training camp e dopo uno shutout al debutto divenne la sua seconda pelle.
A livello internazionale, Tony ha un record invidiabile ed impossibile da eguagliare (dato il cambio di regolamento in seno alla IIHF) rappresentando sia il Canada sia gli Stati Uniti (diventò americano nel 1981) facendo parte delle selezioni canadesi per le storiche Summit Series del 1972, dividendo lo slot con un certo Ken Dryden. Inoltre a giocato nei Mondiali IIHF nel 1977 con il Canada e nel 1982 la Canada Cup con gli Stati Uniti.
Dopo essersi ritirato nel 1984, ha lavorato come GM e VP of Hockey Operations dei Pittsburgh Penguins dal 1988 al 1990 (sue le scelte di Mark Recchi e Tom Barrasso) prima di unirsi a suo fratello con i Tampa Bay Lightning, dove ha lavorato come scout e per breve tempo direttore dello scout.
Tony è stato inserito nella Hockey Hall of Fame nel 1988 ed i Chicago Blackhawks hanno ritirato la sua #35 nello stesso anno; la sua scomparsa addolora noi della redazione di Hockeywords e ci stringiamo al dolore della famiglia.