SHL: una veloce panoramica verso il cinquantesimo anniversario

Posted On 28 Sep 2024
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di Nicola Tosin (@zamboniorama su twitter)

Il 21 Settembre scorso è iniziata la nuova stagione della SHL, quella che porterà tale lega all’anniversario del cinquantesimo anniversario. Era il 1975 quando venne fondata la Eliteserien, con cambio di nominativo in SHL nell’ormai lontano 2013. Un campionato che, in questi cinque decenni, ha visto ben tredici differenti realtà in grado di alzare l’ambito trofeo finale. Il 29 Aprile scorso, dopo una sempre sudata gara 5 come il resto della serie finale, lo Skelleftea è stato in grado di rialzare il Le Mat Trophy a dieci anni esatti dall’ultima volta. La stessa formazione del profondo nord svedese si è presentata a questa stagione 2024/25 con delle solide idee: puntellare il roster e riprovarci. Dopo aver perso quattro finali tra il 2015 ed il 2023, è comprensibile la voglia di fare il bis come nel 2013 e 2014, quindi fermi tutti tranne alcune pedine, forse la più dolorosa in uscita è stata quella del canadese Dylan Sikura, valore aggiunto nella post-season ma con la sirena della KHL a suonare alla porta. Interessante l’aggiunta dell’attaccante Marcus Eriksson, iconico giocatore della seconda lega ed al suo debutto in SHL alla bellezza di 39 anni d’età.

Difficile capire come impatterà con questa stagione il Rogle, vice campione in carica e con una stagione 2023/24 molto particolare: inizio disastroso e da fondo del baratro, cambio in direzione e conseguente risalita con tanto di solidità quasi indistruttibile. Tanti cambiamenti, specialmente nel reparto arretrato, però la cosa più interessante e da sottolineare risulta essere tale: arrivati alcuni elementi che, dopo una o più rivedibili stagioni oltreoceano, ritornano in patria. Pensiamo a Calle Sjalin e Filip Johansson in difesa, come Jacob Petterson in attacco: giocatori che lasciarono la Svezia con medie o importanti ambizioni, quindi parliamo di giocatori che nel rientro potrebbero avere un grosso impatto. Intrigante pure il ritorno di Leon Bristedt, attaccante che fece il suo con il Rogle ma che nelle ultime due stagione in NL, con la maglia del Davos, non è stato in grado di avere quell’impatto che tutti speravano.

Dopo una perfetta ultima stagione regolare, il Farjestand non si può non collocare ai piani alti per quanto riguarda l’ambizione di vittoria finale. Lo stesso si può dire per il Vaxjo, anche solo per la recente storia di questa lega. I primi hanno una compattezza imbarazzante, dove spicca un arsenale offensivo di elevata qualità, e non possono passare inosservati ai nostri occhi: Damian Clara è uno dei due portieri di questa forte squadra, infatti il pusterese è stato in grado di iniziare come meglio non si poteva l’attuale stagione regolare. L’ex squadra di Elias Petterson, invece, doveva sicuramente migliorare il pessimo inizio di stagione dell’anno passato ma così non è stato: una singola vittoria e due sconfitte nei 60′ regolamentari, nonostante il pesante ritorno di Dennis Rasmussen in patria dopo dieci anni tra Stati Uniti, Russia e Svizzera, ultimi tre anni a Davos.

Un occhio particolare in quel di Linkoping, non tanto per la qualità del roster ma per alcune dichiarazioni del capitano Oscar Fantenberg: “Siamo stanchi di essere in questa situazione“. Una cosa del genere perché dopo cinque e passi stagioni senza post-season, l’anno scorso, nonostante lo sweep con lo Skelleftea nei quarti, assaporare qualcosa di nuovo ha smosso qualcosa. Dicono che siano stati cambiati gli allenamenti, la preparazione, tutto molto più intenso e competitivo. Certo, molto pesante la perdita del goalie MVP Marcus Hogberg, però una seconda chiamata dagli States non si poteva lasciare sul banco, specialmente in un momento in cui si stanno per spegnere le trenta candeline. Invece, secondo grande addio in casa del Frolunda dopo quello di Lundqvist dell’anno precedente: quella che è partita sarà l’ultima stagione da allenatore da parte di Roger Ronnberg, la dodicesima ed ultima consecutiva vista la firma con il Friburgo per il 2025/26. A Goteborg sperano di chiudere il ciclo con un’altra vittoria, la terza per l’ancora giovane allenatore, e con la speranza di ritrovare in Ruotsalainen un giocatore quantomeno decente, dopo la rivedibile stagione passata a Lugano. Dolorose le uscite di Stromwall e del finnico Innala, uno in Svizzera (Rapperswil) e l’altro oltreoceano (organizzazione degli Avalanche, contratto two-way).

Parlare delle papabili ultime della classe sarebbe cosa sgradita, vista l’alta qualità di quasi tutte le squadre partecipanti in questa lega così tanto competitiva. Una SHL in cui può succedere di tutto, negli ultimi anni abbiamo capito che il livello è decisamente aumentato e nessuna partita sembra avere un risultato scontato o presunto tale. L’inizio di stagione, molte squadre hanno giocato già tre partite, parla chiaro: in vetta il Lulea, di peso gli arrivi di O’Neill (ex Zugo) e Levtchi (macina punti e fresco vincitore della Liiga con il Tappara), l’unica formazione che non ha ancora perso una partita, ovviamente parlando di quelle che ne hanno giocate già tre. Altrettante le sconfitte dell’HV71, in fondo alla classifica e con sole cinque reti siglate contro le dieci subite.

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Classifica al 28 Settembre 2024

Lulea 9
Farjestad 8
Frolunda 6
Skelleftea 6
Orebro 4
Rogle 4
Brynas 3
Linkoping 3
Malmo 3
Modo 3
Leksand 3
Vaxjo 3
Timra 2
HV71 0 (3)

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