“Mi sembra di vivere un sogno” – Le parole di Damian Clara dopo il draft NHL
(comun. stampa Fisg) – Sono passate poche ore da un momento storico per l’hockey italiano. Ieri, a Nashville (Tennessee), durante il draft della NHL il goalie azzurro Damian Clara è stato scelto dagli Anaheim Ducks al secondo giro, come 60esima scelta totale. Il ranking più alto di sempre per un giocatore italiano.
Per il 18enne di Brunico, che il prossimo anno giocherà con il Brynäs IF in Allsvenskan (secondo campionato svedese), ci sarà subito un primo approccio con il ghiaccio americano: la prossima settimana, infatti, partirà alla volta di Anaheim (California), dove parteciperà a un development camp della durata di cinque giorni.
Clara ha seguito il draft dal giardino di casa sua, a Riscone di Brunico, con la famiglia e gli amici più stretti: “Sono molto emozionato, non ho ancora realizzato – spiega il classe 2005 –, mi sembra di vivere un sogno. E’ accaduto tutto velocemente: l’anno scorso ho iniziato la mia esperienza in Svezia, con il passare dei mesi ho saputo che c’erano diverse squadre interessate in Nord America e nell’ultimo periodo ho parlato con molte franchigie. Devo dire che non mi aspettavo di essere draftato con una ranking così alto, è stata un’ulteriore sorpresa“. I Ducks non erano infatti i primi “indiziati” per una scelta di un portiere al secondo round, ma la franchigia californiana ha deciso di puntare sul talento azzurro: “Conosco qualcuno lì e ho già avuto modo di parlare anche con Matt McIlvane, che le ultime due stagioni ha allenato Salisburgo e l’anno prossimo sarà il capo-allenatore dei San Diego Gulls, team della AHL affiliato ad Anaheim – aggiunge Clara -, sembra un’organizzazione fantastica, che punta sui giovani“. Dopo cinque stagioni fuori dai playoffs, infatti, Anaheim è in fase di ricostruzione e vuole sviluppare un progetto legato proprio ai giovani talenti: i Ducks si sono aggiudicati infatti la seconda scelta assoluta, l’attaccante svedese Leo Carlsson, e la prima del secondo round, l’attaccante canadese Nico Myatovic.
L’altoatesino è consapevole che il draft è solo il primo passo verso la realizzazione del vero sogno: “Da adesso in poi devo lavorare ancora più duramente – afferma -, avrò la fortuna di giocare nella seconda lega svedese, dove il livello è molto alto e dove posso affermarmi come professionista: in primis dovrò cercare di essere costante e guadagnare minuti di gioco, perché la competizione con l’altro portiere (il 35enne ex NHL Anders Lindbäck ndr) sarà dura e allo stesso tempo stimolante. Tutto questo però fa bene al mio sviluppo, perché avere a che fare con un determinato tipo di pressione ti fa crescere anche mentalmente“. Sono parole estremamente mature per un ragazzo di 18 anni, che, come confermano i diversi allenatori che l’hanno visto sul ghiaccio, si è sempre distinto per la sua intelligenza, umiltà e propensione al lavoro.
“Voglio dedicare questo primo traguardo prima di tutto ai miei genitori, che hanno fatto tanti sacrifici per me trascorrendo ore e ore in macchina – così Clara -, ma anche agli allenatori e alle tante persone che mi sono vicine nel mondo dell’hockey: senza di loro non sarei riuscito a farmi notare, ogni giocatore va seguito e guidato. So che è solo l’inizio, ma c’è tanta brava gente dietro di me“. Ci sono due luoghi che il portiere azzurro porta nel cuore: “Ovviamente Brunico, dove ho imparato a pattinare e ho iniziato a giocare – spiega -, a volte ci si dimentica lo straordinario lavoro che fanno gli allenatori e coloro che lavorano con i più piccoli, dalla U9 in poi: è lì che inizia la crescita di un hockeysta, ma soprattutto è lì che nasce l’amore per questo sport (Clara ha giocato con le giovanili del Val Pusteria fino alle scuole medie ndr). E poi Salisburgo: con la Red Bull Academy ho fatto un lavoro importantissimo, il programma lì è rigido e plasmato sulle esigenze e le potenzialità dei giocatori“.
Ma a chi si ispira il giovane Clara? “Non c’è un portiere in particolare – conclude -, mi piace guardare Vasilevsky e Bobrovski, i russi in generale, però ogni il portiere ha il suo stile e anche io ho il mio“.