Il punto sulla KHL, eastern conference: la vetta è del Bars, con Astana a seguire ed Avangard sempre sul pezzo
di Gabriele Morganti
Ad est il Bars è al comando a più uno sull’Astana, mentre il Salavat perde sempre più le certezze e l’Avangard continua il suo buon passo.
L’attacco stellare dei kazaki
I centouno gol all’attivo sin qui per la squadra guidata dal sempre sul pezzo Nigel Dawes, fanno dell’Astana il secondo miglior attacco della KHL, dietro solamente a quello non terrestre dello SKA, e il primo delle forze dell’est. I tre canadesi della prima linea di coach Korshkov: Dawes, Frattin e Vey, sono i top scorer di una squadra che forse in pochi si aspettavano così fortemente competitiva e di vertice. Linden Vey, con ben trentuno assist, è il playmaker della compagine: è difficile vederlo sul ghiaccio senza disco sulla stecca a manovrare le azioni di gioco, imponendo il ritmo giusto ai suoi compagni; il numero diciannove è stato poi protagonista di giocate eccelse con il marcatore più prolifico della KHL: Nigel Dawes, ovviamente il rifinitore della coppia del gol. Zoccolo canadese quindi forte, fortissimo, per un Barys che presenta sei canadesi nella propria top sei giocatori con più punti, oltre ai sopracitati abbiamo difatti i due difensori Dietz e Dallmann e l’attaccante St. Pierre. È però giusto dire che molti punti fondamentali in chiave vittoria sono poi giunti anche dal puro talento tutto kazako di Romas Starchenko e del giovane dal grande futuro Nikita Mikhailis, oltre che da Pushkairov, protagonista sin qui di un solido campionato. L’Astana è dunque una squadra che presenta delle dinamiche ben chiare, una gerarchia solida e che dopo un inizio di campionato zoppicante, in cui erano solamente Vey e Dawes a tirare avanti la baracca, ha visto finalmente un maggiore inserimento anche di altri importanti giocatori, inizialmente ai margini, con nel mentre l’instaurarsi di una forte identità di squadra che se ovviamente perdurerà nel tempo, potrà portare i kazaki ben in alto.
Il Kazan è la vera forza dell’est
Il Bars era ad inizio campionato, e lo è tuttora, con ogni probabilità la squadra più adatta a fronteggiare le tre potenze dell’ovest. I ragazzi di coach Bilyaletdinov si sono persi sin qui però troppe volte, anche se fortunatamente per loro, si sono sempre poi subito ritrovati. Un Garipov tra i pali che non da quasi mai le certezze necessarie ad un reparto intero è sicuramente il tallone di Achille di una squadra che sembra avere le caratteristiche necessarie per prendere il volo ma che viene poi spesso fermata da avversari più deboli sulla carta, con ad esempio le ultime tre delle quattro partite giocate, perse in favore di Amur, Torpedo e Dinamo Minsk. L’infortunio di Justin Azevedo verificatosi a metà ottobre ha indebolito di molto le qualità offensive di una rosa che punta molto sul piccoletto canadese. Tkachyov ha provato in questo periodo a non farne sentire la mancanza, ha messo sul ghiaccio prestazioni più che eccellenti ma è evidente che al Kazan manca la guida del giocatore più abile tecnicamente di tutta la rosa. Per il resto questa è una squadra destinata a vincere, ricca di interessanti giocatori in ogni zona, così come in ogni reparto: Malykhin, Sekac, Galiev (dal quale probabilmente ci si può e ci si deve aspettare di più), Glukhov, Glinkin e Lander. Con in particolare il giovane Yazkov, il quale ogni volta che è stato chiamato in causa, ha risposto presente alla grande. Per non parlare poi della solida difesa capitanata dal veterano Andrei Markov.
È il Neftekhimik la sorpresa più grande dell’est
Una rosa completa, talentuosa e ben conscia delle proprie forze, questo è il Nizhnekamsk. La terza posizione e solo tre punti in meno in confronto al Barys, rendono la squadra di coach Nazarov, senz’altro una delle più pericolose del momento. Un Sexton come al solito al top della condizione, coadiuvato da Hanzl e Nestrasil, i due cechi impeccabili alla loro prime esperienze in KHL, stanno facendo sognare tutti i tifosi di Nizhekamsk. Il Neftekhimik non ha disposizione un attacco stellare ma presenta bensì un roster particolarmente bilanciato e senza carenze in alcuna zona. Come se non bastasse, l’ultimo arrivo è stato poi quello dello sloveno Jeglic, che ha così aumentato ancora di più il tasso tecnico del team. Uno dei giocatori che più sta facendo bene è invece Emil Galimov, che sembrerebbe esser tornato sui suoi standard dei primi anni alla Loko. Un buon apporto offensivo sta poi arrivando da Piganovich e dal giovane Sharipzyanov, con il Neftekhimik che sembra destinato a proseguire il suo sogno ad occhi aperti.
Pochi dubbi sulle forze dell’Avangard
Quella di coach Skabelka è una squadra rapida, veloce e alla quale è abbastanza difficile segnare. Nonostante difatti i numerosi infortuni, tra i quali spiccano quelli di: Pyanov, Koshelev, Galimov, Fisenko, Lemtyugov e Sundstrom, l’Avangard è riuscito a rimanere sui suoi modelli di inizio stagione, grazie anche agli arrivi in corsa del difensore ex SKA Chudinov e dell’attaccante canadese Purcell. Mikheyev nonostante l’assenza del suo compagno di linea Pyanov, sta continuando la sua stagione dai grandi numeri: sette gol e undici assist in ventotto presenze, in quello che sembrerebbe esser l’anno della sua consacrazione. Da sottolineare il gran lavoro fatto fin qui anche da parte di Petersson e Kugryshev, con Semyonov che sta invece ripetendo la sua ottima stagione fatta lo scorso anno a Novokuzntesk. Una difesa che appare impenetrabile sta inoltre facendo la fortuna dei molti appassionati tifosi dell’Omsk: Furch in stato di grazia a dar solidità tra i pali, la forte coppia svedese rappresentata da Ahnelov e Gustafsson, e il duo russo Chudinov – Medvedev, con Martynov spesso presente anche in zona gol.
Avtomobilist a tutto gas
Continua la più che ottima stagione dello Yekaterinburg che tra l’altro nell’ultima partita, vinta per 4 a 2 sul Torpedo, ha visto l’esordio con tanto di gol del nuovo acquisto ex NHL, il canadese Pierre Alexandre Parenteau; e sta vedendo al top della forma il difensore ex Salavat, Denis Kulyash, già pilastro della difesa dopo sole poche settimane dal suo arrivo e che sta inoltre dimostrando uno spiccato fiuto per il gol. Il finalmente rientro dall’infortunio di Golyshev, anche se ancora non al top della forma, ha sicuramente ridato la creatività offensiva necessaria a vincere; Krikunov non ha smesso di illuminare l’Avto con le sue giocate, mentre il duo Gareyev – Mikhnov ha sempre dato i suoi frutti sin qui. Da segnalare inoltre la stagione più che maiuscola che il gigante della difesa Nikita Tryamkin sta disputando: l’Avtomobilist sta dunque dimostrando di avere tutte le carte in regola, anche grazie ad un ottimo Kovar in porta, per riscattare la stagione passata.
Salavat tra luci e ombre
Era partita con molti favori del pronostico la compagine allenata da coach Westerlund: un Omark su di giri aveva confessato ai microfoni di esser più che convinto che questo si sarebbe rivelato come l’anno buono per portare ad Ufa la Gagarin Cup. La prima metà di stagione è dunque ovvio che non è proprio andata secondo i piani. Un passo inconsistente, una difesa sempre traballante e giocate offensive di poco peso, sono almeno fin qui il marchio di fabbrica di un Ufa che stenta a trovare la sua reale identità. Molti giocatori attesi ad inizio stagione hanno sin qui deluso e così a trascinare il Salavat ci hanno dovuto pensare quasi esclusivamente i tre scandinavi Omark, Hartikainen e Kemmpainen, tutti e tre autori di una grande annata sin qui. Sono dunque mancate per il momento le giocate di Arzamastsev, ben lontano dal giocatore visto lo scorso anno; di Fyodorov, troppo assente nelle parti che più contano del match; di Larsen, il danese era partito in quinta facendo innamorare a suon di giocate strepitose gli appassionati di hockey ad ogni latitudine, ma che ora pecca moltissimo di concentrazione e regala spesso, troppo spesso, dischi agli avversari; e di Burdasov, arrivato per dare peso ad un attacco povero di numeri ma che non sta esprimendo l’hockey che ad Ufa invece speravano di vedere. Come se non bastasse il Salavat Yulaev ha schierato in porta uno Scrivens non sempre sicuro, ed un Karayev evidentemente ancora troppo giovane. Il ritorno dalla pausa nazionali poi per coach Westerlund è stato un incubo: la sconfitta per 3 a 2 in quel di Bratislava con lo Slovan a dominare l’incontro grazie alle giocate del nuovo acquisto, il super talentuoso Martin Reway; e successivamente la sconfitta per 3 a 0 a Mosca contro il CSKA, con i verdeblu costretti a cadere sotto i colpi di un in formissima Andrei Kuzmenko.
La difesa del Metallurg ritrova i suoi leader: Lee e Bereglazov fanno il loro ritorno a casa
È una squadra assolutamente bisognosa di ritrovare la pace quella del Metallurg: coach Vorobyov ha perso il posto prima della pausa dopo i risultati particolarmente scarsi e ben poco convincenti in chiave futuro; al suo posto è stato preso il suo assistente allenatore, Viktor Kozlov. Metallurg che è stato inoltre molto attivo sul mercato prendendo Chibisov dal Kazan, e Kokarev dal Salavat, bell’innesto soprattutto quest’ultimo, incaricato di dare velocità ed intensità ad una squadra spesso sotto ritmo. In difesa i ritorni di un certo spessore sono invece quelli del canadese Lee e del nativo di Magnitogorsk Bereglazov, i due che lo scorso anno, insieme ad Antipin, erano i massimi esponenti di una bella difesa che in questa stagione si era un po’ persa, con l’unico che provava a non far rimpiangere i tre sopracitati che era Pivtsakin. Il canadese Lee torna con il Magnitka dopo aver tentato l’esperienza con i Kings in NHL; mentre Bereglazov fa il suo ritorno nella sua città natale in prestito dall’Hartford.
Sibir in chiaroscuro
È una squadra che ha cambiato non poco a stagione in corso quella di Novosibirsk: Onerud è arrivato dal Sochi, ma non sta attualmente dando i risultati sperati, con Polasek che ha fatto invece il viaggio opposto allo svedese; Yermakov è finito in biancoblu per rinforzare la difesa; mentre lo scambio di pedine con il Salavat, ha portato Bodrov in Siberia, e Belyakov ad Ufa. Il problema del gol per il Sibir è comunque rimasto, e se non fosse per i due svedesi Bergstrom e Zackrisson, assoluti traghettatori di questa squadra, i risultati scarseggerebbero. Con Sharov che ha completamente perso il ritmo di quello che era stato per lui un buon inizio di stagione, ci ha pensato il giovane Osnovin ad alzare l’asticella dell’attacco siberiano. Le questioni più grandi per coach Zubov sono però venute dalla porta: Salak dopo i primi due mesi di campionato si è del tutto perso, ma per fortuna della compagine di Novosibirsk il ventunenne Krasikov si è fatto trovare più che pronto e, con dodici apparizioni, presenta ora una media gol subiti di 1.57 e .949 di save percentage. Il Sibir è comunque una squadra che presenta un bel numero di giovani interessanti, soprattutto in difesa, dove spiccano i nomi di Naumov, Vereshchagin, Vorobyov e Demidov, e che potrà e dovrà lottare per l’accesso ai playoff fino alla fine.
Kunlun: drastico calo di prestazioni
Era partito sorprendendo un po’ tutti il Kunlun, ed ora sembra essersi stabilito sui suoi standard di metà classifica. I nuovi acquisti targati Rissanen e Lessio, daranno nuova linfa vitale, come spera coach Keenan, ad un attacco che ultimamente era apparso povero di idee. La scommessa più grande e più che azzeccata fatta fin qui dall’allenatore canadese è però quella rappresentata da Brulè, giocatore prelevato dal Traktor dopo una prima parte di campionato in cui l’attaccante aveva deluso un po’ tutti, staff e tifosi in quel di Chelyabinsk. Il piccoletto numero diciassette dei cinesi è riuscito ad invertire totalmente rotta con la sua nuova maglia ed è ora al comando dell’attacco pechinese insieme a Wolski; mentre ha continuato a fare particolarmente bene anche Cory Kane. Il problema del Red Star è che non dispone di una rosa ampia e profonda e per questo incontra ben più difficoltà di squadre del suppergiù suo stesso livello ma più attrezzate per quanto riguarda i numeri.
Il Traktor è lì, in lotta per l’ottava posizione
Il duo Szczechura – Yakutsenya è sempre il massimo esponente dell’attacco di Chelyabinsk che però in questi tempi ha visto comunque un Gynge dagli alti standard, ed un Videll più convincente; con le buone prestazioni che stanno arrivando ora anche dal giovane Sharov, per una squadra che sembra essere sulla via della ripresa, ma che deve con ogni probabilità migliorare la sua fase difensiva se vuole veramente ambire ad un posto in postseason.
Amur, Admiral, Lada, Yugra
Ottimi segnali ultimamente sono arrivati dall’Amur che guidato dalle giocate offensive di Li e Zohorna, e dalle parate del sempre presente Metsola, è riuscito a far fuori avversari di alto calibro: 3 a 1 rifilato al Salavat, 3 a 1 rifilato al Kazan, ed è ora a soli meno due punti da Traktor e Kunlun, con tra l’altro due partite in meno in confronto a questi ultimi. Discorso invece diverso per le altre tre: l’Admiral tira avanti quasi esclusivamente grazie alle individualità di Tkachyov, Sabolic e Zafyarov; mentre Lada e Yugra sono in balia di se stessi.