Bye Bye #30 si ritira Henrik Lundqvist
di Emanuele Badessi
Il giorno che tutti gli appassionati di hockey della Grande Mela e tifosi di Henrik Lundqvist temevano si è materializzato nel pomeriggio, allorchè sull’account instagram ufficiale di TheKing, come era conosciuto il goalie 39enne nativo di Are in Svezia, è apparsa la dichiarazione con la quale Hank diceva basta all’hockey giocato dopo 15 anni in maglia Rangers, un buyout con il quale era approdato ai Capitals con i quali tuttavia non ha giocato neanche un match, stante una infiammazione cardiaca che ha richiesto un intervento, perfettamente riuscito.
L’annuncio, arrivato in una conferenza stampa tenuta da Lundqvist a Goteborg “Dove tutto era iniziato”, ha colto di sorpresa gli appassionati dopo che, superata l’operazione, Hank aveva ripreso ad allenarsi per tornare al 100% a difendere i pali in una nuova città e con un nuovo numero sulle spalle, il 35 al posto del suo iconico 30, sfoggiato in 15 stagioni portate a termine all’ombra di Miss Liberty.
Ed è proprio in quel di New York che Lundqvist ha lasciato tanti ricordi ai tifosi con prestazioni superlative che gli sono valsi diversi riconoscimenti. Draftato nel 2000 dai Rangers nell’anno in cui i primi 3 pick furono Rick DiPietro, Dany Heatley e Marian Gaborik, Hank rimane per altri 5 anni a farsi le ossa in Svezia, nei Frolunda Indians di Goteborg, prima di calcare i ghiacci nordamericani ininterrottamente dall’ 8 ottobre del 2005, giorno del suo primo match a difesa della gabbia delle blueshirts; è da lì che prende il via la carriera NHL di uno dei goalie che ha segnato gli ultimi 15 anni di NHL, conditi da prestazioni superlative, con le quali si è spesso caricato sulle spalle i non sempre ineccepibili Rangers, passando per 5 chiamate allo All Star Game, un Vézina Trophy nel 2012, una finale di Stanley Cup persa con i suoi Rangers contro i Los Angeles Kings e tante parate, tanti shutout e tanto impegno nel sociale, sia con il Garden of Dreams la fondazione dei Rangers, sia con la sua Henrik Lundqvist Foundation.
Anche a livello internazionale, il numero 30 dei Rangers ha lasciato il segno trascinando le “Tre Kronor”, la nazionale svedese di hockey, alla medaglia d’oro Olimpica nella edizione torinese dei Giochi nel 2006 contro gli arcirivale della Leijonat (la Finlandia) nel suo anno da rookie in NHL; con la Svezia Lundqvist ha collezionato anche la medaglia d’oro al mondiale del 2017 mancando l’ingresso nel Triple Gold Club proprio per la Stanley Cup, l’unico trofeo che gli è sempre sfuggito e che sarebbe stato il coronamento di una carriera decisamente sopra le righe.
Tra tutti i messaggi comparsi sui social dopo che si era diffusa la notizia sulla sua decisione, anche i Rangers hanno voluto rendere omaggio a Lundqvist e nella dichiarazione rilasciata nel tardo pomeriggio (la mattinata oltreoceano) oltre a ringraziarlo per tutti gli anni spesi al Madison Square Garden hanno annunciato che il numero 30, segno distintivo negli ultimi 3 lustri del goalie venuto dalla scandinavia, verrà ritirato ed esposto sul soffitto dell’MSG in una delle prossime delle prossime partite della stagione che sta per iniziare.