Verese Killer Bees: sabato contro il Blenio e domenica contro il Valle Verzasca

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(comun. stampa Verese Killer Bees) – Sabato alle 18.30 si giocherà l’ultima di campionato a Varese contro il Blenio, squadra a pari punti con il Vallemaggia ma con la differenza reti a favore.
Squadra sempre agguerrita e molto fisica, questa volta il Blenio arriverà in Italia per vincere e scongiurare la retrocessione, mentre sull’altro versante il Vallemaggia se la vedrà contro il Ceresio.
Se dal punto di vista del campionato la partita di sabato avrà poco significato per i Killer Bees, ne avrà invece molto dal punto di vista simbolico: sarà l’ultimo incontro disputato nell’hockey varesino per Tommaso Bianchi, storico portiere delle Api.
Bianchi ha vissuto in prima persona tutte le fasi della squadra, dalla nascita alle varie promozioni in lega, dai tornei internazionali alla vittoria in campionato di terza lega. Lascerà sicuramente un grande vuoto, così come ha lasciato la sua impronta durante tutti questi anni di permanenza nell’hockey.
Domenica invece altro appuntamento per i Varesini contro il Valle Verzasca alle 18.00 a Sonogno per il turno di Coppa Ticino. Saranno assenti Toletti e Tonetto, infortunato nell’ultimo incontro col Ceresio.
L’obiettivo è quello di bruciare sul tempo gli avversari per portarsi in vantaggio e mettere al sicuro il risultato. Il Valle Verzasca è infatti una squadra che, complice anche la giovane età dei suoi giocatori, riesce a tenere ritmi alti fino a fine partita e potrebbe mettere in difficoltà le Api se queste non si saranno garantite un buon margine di gol nella prima parte dell’incontro.

Riportiamo a margine del comunicato il testo che Tommaso Bianchi ha pubblicato sul suo profilo Facebook per ringraziare quanti l’hanno sostenuto negli anni, i compagni e i tifosi:

“Come la maggior parte delle cose belle, anche questa fantastica esperienza, dopo 30 anni di attività agonistica volge al termine.
Ho passato circa 1.900 ore di allenamento sul ghiaccio, disputato 760 partite, onorato di aver giocato in 5 squadre differenti in 13 categorie diverse e 2 nazioni, senza contare le decine di tornei internazionali dalla Francia agli Emirati Arabi Uniti, passando per la Repubblica Ceca.
Non ho mai contato le sconfitte, né tantomeno le vittorie… ma sicuramente quello che mi ha insegnato questo sport è stata la capacità di non arrendersi mai e non dare nulla per scontato: solo chi combatte fino all’ultimo secondo porta a casa il suo risultato… qualunque esso sia!
Il mio ruolo, dicono, sia il più difficile perché dietro di te non c’è più nessuno, tu non puoi sbagliare, non devi sbagliare, non c’è qualcuno che possa rimediare ad un tuo errore, sei solo… eppure non cambierei mai i miei 26 anni tra i pali, perché l’emozione che ti coinvolge durante una partita non può essere descritta.
Finisco questa magnifica esperienza con un bagaglio pieno di esperienze, personaggi e amici, ed anche se molti li definirei non proprio stabili mentalmente (ed in questo ambiente ne ho conosciuti veramente tanti ahaha), mi hanno insegnato molto, perché ogni persona che ho incontrato mi ha dato (volontariamente o involontariamente) qualcosa che mi è servito per il mio cammino.
…arrivederci caro hockey su ghiaccio, grazie di tutto!”

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