Mondiali Top Division: la Svezia è in finale, gelati gli USA

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dall’inviato Gabriele Morganti

Svezia – USA 6-0 (1-0; 3-0; 2-0)

Copenhagen. Alla Royal Arena si giocano le semifinali dei Mondiali di Top Division. Le prime due compagini a scendere sul ghiaccio, nel match del primo pomeriggio, sono Svezia e USA. Gli svedesi arrivano all’appuntamento forti del primo posto nel gruppo A e dell’aver eliminato la Lettonia, non senza difficoltà, ai quarti di finale. I nordamericani si sono invece classificati come secondi nel gruppo B e nel turno precedente hanno fatto fuori la Repubblica Ceca. Il palazzo del ghiaccio di Copenhagen è completamente pieno e, per la stragrande maggioranza, tinto di giallo: data difatti l’enorme vicinanza tra Svezia e Danimarca, Malmö e Copenhagen sono collegate da un ponte, sono molti i tifosi della Nazionale dalle Tre Corone ad esser giunti fin qui, carichi e colorati, pronti per sostenere la propria squadra.

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Parte il match e la Svezia ci impiega solo qualche secondo a creare subito le prime importanti occasioni da gol: prima con l’incursione di Zibanejad fermato molto bene però sul primo palo da Kinkaid; e poi con Backlund che guadagna il terzo, lascia il disco all’accorrente Hornqvist, il polsino del numero settantadue è parato dal gambale del goalie statunitense. Dopo due minuti di gara arriva la prima occasione per la formazione a stelle e strisce, contropiede, Atkinson raccoglie nello slot una respinta del goalie svedese Nilsson, si esibisce in un tiro di prima intenzione, parato però molto bene con il corpo dal portiere avversario. Qualche istante più tardi, ancora Stati Uniti, ancora Atkinson, il giocatore dei Blue Jackets, lavora bene il disco col compagno di linea Bonino, si accentra e punta pericolosamente alla porta avversaria, ma è bravo Nilsson a fermare sul suo palo il tiro del numero ottantanove. Nell’azione seguente è questa volta la Svezia a farsi vedere minacciosamente: Arvidsson fa lo slalom tra le maglie della difesa avversaria, entra nel terzo e tira mirando basso, è attenta e precisa la risposta di Kinkaid con il gambale. La partita si gioca ad un ritmo mozzafiato, gli Stati Uniti al minuto numero sette vanno vicinissimi al gol del vantaggio, la risposta di Nilsson è incredibile, il portiere di proprietà dei Canucks reagisce perfettamente al tiro di Gaudreau, recuperando velocemente la giusta posizione dopo un passaggio taglia ghiaccio micidiale di Bonino, il quale aveva servito molto bene il suo numero tredici, che dal canto suo aveva tirato a botta sicura, trovando però la strada al gol sbarrata da Nilsson.

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All’ottavo del primo periodo la Svezia prende una penalità, too many man on the ice, e powerplay USA. La chance migliore per la formazione di coach Blashill arriva con la girata sotto porta di Lee, assistito in maniera ottimale da Kane, ma fermato altrettanto bene dall’intervento di Nilsson. A metà della prima frazione la Svezia è in affanno, gli USA con Kane fanno girare bene il disco, gli svedesi fanno fatica a metter fine all’azione d’attacco nordamericana che appare infinita, finché, dopo un paio di minuti di sofferenza, la retroguardia gialloblu riesce finalmente ad intercettare un passaggio ed a spazzare la zona, il puck come per magia finisce buono per Arvidsson che lo raccoglie in neutra e lo lavora bene per Janmark che si lancia verso la porta, conclude a rete, ma Kinkaid risponde e gli dice di no. Di nuovo Svezia, altro contropiede, Zibanejad entra in zona, allarga a sinistra per Janmark, il suo è un polsino che finisce parato con il guanto dal goalie statunitense. Sono però le prove generali, dato che poco dopo, al minuto quindici, la Svezia passa in vantaggio: la linea di Arvidsson entra molto bene nel terzo d’attacco, tiro di Forsberg, parato da Kinkaid, il goalie americano si perde il disco sotto i gambali, Viktor Arvidsson è lì vicino, si accorge che il puck è sgusciato in qualche modo sotto il portiere avversario e da sotto porta lo scaraventa in rete per l’1 a 0 Svezia. Passano un paio di minuti e la Nazionale dalle Tre Corone ha anche l’occasione per il raddoppio: Arvidsson, assolutamente tra i più attivi dei suoi, viene lanciato in breakaway a tutta velocita, ma Kinkaid abbassa la saracinesca e tiene i suoi in partita. A due minuti dalla sirena del primo periodo, gli USA finiscono in inferiorità numerica, la penalità è presa dal numero uno che sgambetta davanti alla sua porta Nyquist. Situazione di uomo in più in cui però gli svedesi non creano tanto da essere pericolosi, ed anzi la chance migliore è quella di Ryan che in shorthanded guida il contropiede USA, e mette a dura prova Nilsson, bravo a disimpegnarsi, anche se con qualche brivido, sul tiro da posizione molto ravvicinata dell’attaccante avversario. Il primo tempo di gioco termina quindi con il vantaggio di 1 a 0 per la Svezia.

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Nei primi minuti del secondo drittel le due squadre creano meno e l’azione migliore è quella targata USA: il duo Atkinson e Gaudreau lavora in tandem, i due nhler triangolano, lo slap shot finale è del numero tredici, che impegna Nilsson ma nulla più. Al minuto ventiquattro viene fischiato un double minor ad Adam Larsson e dunque quattro minuti di powerplay statunitense da giocare. Gli USA si fanno subito pericolosi: tiro dalla blu di Butcher, disco che finisce a lato, sbatte contro la balaustra e torna buono per Kreider nello slot, il quale però alza troppo la mira, colpisce male il puck e lo spedisce alto, troppo alto sopra la traversa di Nilsson. Più tardi arriva, sempre nel corso di questo powerplay nord americano, al minuto ventotto, il raddoppio svedese: brutto, bruttissimo, disco perso sulla blu dagli statunitensi, McAvoy scivola in attacco e regala il disco a Backlund che a questo punto parte a tutta birra ed in solitaria verso la porta avversaria, Kinkaid per fermarlo si sdraia sul ghiaccio e si avventa sul disco con la sua stecca, ci riesce, ma per sua sfortuna il puck resta lì incostudito, arriva quindi da dietro, a grande velocità, Paajarvi, il numero novantuno prende il disco, se lo sposta tanto basta per liberarsi di Kinkaid, lo fa, ci riesce, e tira dunque a porta vuota, insacca il puck e fa esplodere la Royal Arena per il raddoppio svedese. Gli Stati Uniti però non ci stanno e provano subito a rispondere al raddoppio della Nazionale delle Tre Corone: tiro di Bonino nel traffico, Nilsson para e, aiutato dal suo difensore, Klingberg, blocca il disco per l’ingaggio. Al trentesimo di gioco c’è una delle svolte della partita: Gaudreau si prende due minuti per colpo di bastone a disco lontano, si tratta questa di una grave ingenuità da parte del giocatore dei Flames, anche e sopratutto perché la Svezia ne approfitta al meglio, e proprio in occasione di questa superiorità numerica va a segnare il suo terzo gol del match: è Hornqvist che servito nello slot da Forsberg batte Kinkaid per il 3 a 0 gialloblu, quando siamo a metà del secondo periodo. Passa qualche secondo e gli scandinavi vanno ancora in rete: Mattias Janmark batte in velocità McAvoy, ultimo uomo della squadra a stelle e strisce, e trovatosi a tu per tu con Kinkaid, resta freddo, lo batte, e dona ai suoi tifosi un’altra grande gioia per questa volta la segnatura del 4 a 0 Svezia sugli USA. I gialloblu non sono però ancora sazi, si gettano nuovamente in attacco, sfiorano di nuovo il gol, ma Arvidsson per la sua foga agonistica non prende bene le misure con l’area di porta, non si riesce a fermare, e si fa fischiare una penalità per goalie interference, due minuti di uomo in più dunque per i nordamericani, che sono, in questa fase della partita, nettamente in affanno, nei confronti di una Svezia lanciata di già, a questo punto, a tutto gas verso la finale, e possono quindi sfruttare questa penalità per abbassare un po’ i ritmi. In seguito succede però poco e nulla, le squadre vanno al secondo riposo con il risultato di 4 a 0 in favore della Svezia. Stati Uniti totalmente da rivedere in questa frazione.

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Nei primi istanti di quelli che sono gli ultimi venti minuti di gioco, gli USA provano, anche se timidamente, a rimettere le cose a posto, ci sono dunque un paio di ottimi passaggi di Gaudreau per Kane, il numero ottantotto in entrambe le occasioni conclude bene verso la porta avversaria, ma è bravo Nilsson a dirgli di no in tutte e due le circostanze. Al minuto quarantaquattro Nyquist finisce in panca dei puniti per interferenza, e questo è un fondamentale powerplay americano per iniziare quella che sembra un’improbabile rimonta. Situazione di uomo in più che termina però purtroppo per gli USA con nessun giocatore di questi ultimi che sia risucito a finire sul tabellino dei marcatori. Gli Stati Uniti provano il tutto per tutto quando mancano dieci minuti al termine della partita: ingaggio offensivo, Kinkaid viene chiamato dalla panchina, e spazio a sei uomini di movimento sul ghiaccio, sugli sviluppi del face-off però parte la Svezia in contropiede, Arvidsson in possesso del disco, entra nel terzo ed è ovviamente per lui un gioco da ragazzi insaccare a porta vuota, per il 5 a 0 in favore dei ragazzi di coach Gronborg. La partita non è finita e c’è ancora spazio per un ulteriore gol gialloblu: Adrian Kempe batte Kinkaid, rende ancora più ampio il divario, in termine di punteggio tra le due squadre, ancora più amara la sconfitta per la squadra nord americana e ancora più gioiosa la vittoria per la sua nazionale, la Svezia è ora avanti 6 a 0 quando mancano due minuti al termine della sfida. Negli ultimi due minuti il punteggio si blocca così, sulle sei reti di vantaggio Svezia, la formazione scandinava è in finale, affronterà la vincente del match di questa sera tra Svizzera e Canada; gli USA salutano la competizione, con più di qualche rammarico, la partita di oggi è stata senz’altro frutto di una difesa che ha lasciato alquanto a desiderare.

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