Milano-Cortina 2026: ospiteremo le Olimpiadi invernali!

di Lorenzo De Vidovich

Milano e Cortina ospiteranno le Olimpiadi Invernali 2026. Vince il progetto che sembrava più convincente già nelle settimane precedenti alla decisione del CIO, tenutasi a Losanna dopo una lunghissima giornata di interviste, confronti e consultazioni. “Vi abbiamo sconfitto alle qualificazioni dei Mondiali, e ora voi ci avete sconfitto in questa candidatura. Siamo 1-1. Complimenti”.  Le sportive dichiarazioni svedesi fanno da contraltare all’abbraccio collettivo a tinte tricolore. Superato il rischio del pareggio (41 a 41), esplode la gioia tra Milano e le Dolomiti per la votazione finale: la sfida Milano-Cortina vs Stoccolma-Åre finisce 47 voti a 34. Sarà la terza edizione delle Olimpiadi invernali in Italia (la prima volta fu proprio a Cortina d’Ampezzo nel 1956, poi fu Torino 2006), mentre è la settima sconfitta alle fasi di candidatura per la Svezia. Per gli scandinavi, geograficamente più avvezzi agli sport invernali, suona quasi come una beffa. Per Milano e Cortina è un’occasione d’oro da non sprecare, il premio per un duro lavoro a doppio binario fra il città più nevralgica per l’economia italiana e la perla delle Dolomiti. La vittoria è collettiva e pluralistica, soprattutto se si pensa alla molteplicità di località coinvolte: Val di Fiemme, Bormio, Anterselva, Livigno. “Quando si fa squadra, questo paese vince” è il messaggio a caldo che risuona a più riprese fra atleti ed esperti. L’obiettivo comune è stato raggiunto, con la forza del gruppo e delle capacità istituzionali di proporre una candidatura forte e decisa. Festeggia Giovanni Malagò, festeggiano i Sindaci Beppe Sala e Gianpietro Ghedina, festeggiano le atlete rappresentanti a Losanna, in particolare Michela Moioli e Sofia Goggia. Adesso comincia il bello, ma occorre muoversi verso lo stesso percorso intrapreso sino ad ora, senza farsi coinvolgere dall’entusiasmo. Non intendiamo offrire valutazione tecniche o analisi costi-benefici della vittoria, ma godendoci la gioia del momento, tentiamo di individuare alcuni elementi chiave a margine di questa importante manifestazione, prevista fra 6 anni.

Quali sono i benefici dei Cinque Cerchi a Milano e Cortina?

Gli scettici non mancavano. Paura dell’enorme costo economico, paura di depauperare una grande opportunità con riferimento alla povera eredità nell’impiantistica lasciata da Torino 2006, opinioni che reclamavano dei “benefici per pochi” dalle Olimpiadi. I coni d’ombra ci sono, ma le potenzialità sono innumerevoli. Dal punto di vista economico, le università Bocconi, Ca’ Foscari (Venezia) e La Sapienza (Roma) si erano già espresse attraverso alcune ricerche sulle esternalità positive dell’ospitare le Olimpiadi, individuando forti impatti benefici sulla stagnante economia italiana, in particolare sull’economia indiretta. Le Olimpiadi testeranno inoltre le capacità di Milano nella gestione del mega evento dopo gli ottimi risultati di Expo 2015: “domani cominceremo, da milanesi, a lavorare”, esclama il sindaco Sala. A fronte del forte investimento richiesto, quali sono i benefici generici e collettivi derivanti da un mega evento come le Olimpiadi? Nuove infrastrutture sportive invernali, che contribuiranno a migliorare l’impiantistica, con particolare riferimento al capoluogo lombardo. Turismo, sia a Milano sia nelle località montane e, di conseguenza, un importante ritorno economico in termini di “cassa”. Caratura internazionale: le città ospitanti si troveranno con i riflettori di tutto il mondo puntati addosso, diventando i teatri della passione di atleti da tutto il mondo e per la passione di migliaia di sostenitori. Ri-sollevamento economico per l’intero paese: le Olimpiadi costano, e i recenti casi dell’Europa Mediterranea in realtà sollevano più di un dubbio. Atene dovette indebitarsi per le Olimpiadi del 2004, su Torino il dibattito fra chi sostiene che l’evento del 2006 fu un fallimento e chi invece ne riconosce i grandi benefici, impedisce di avere delle idee chiare. Inoltre, l’immagine delle strutture abbandonate a sé stesse dopo le passerelle olimpioniche traggono in inganno: mantenere delle infrastrutture dedicate ad un evento di portata mondiale, è tutt’altro che facile, e lo è per chiunque, in qualsiasi angolo del globo. I quattro benefici individuati, non possono che portarci ad una evidenza: queste Olimpiadi sono una grande occasione, per tutti.

Lo sport sorride all’Italia, ora l’occasione non va sprecata

Le Olimpiadi sono una “mangiatoia”? Non sta a noi stabilirlo, e a parere di chi scrive, scetticismi e punti di vista negativi sono per lo più singole opinioni che seppur legittime, sottostimano un elemento chiave delle Olimpiadi, ovvero che rappresentano una manifestazione fondamentale per la carriera degli atleti delle diverse discipline. Sostenere che attorno ad una Olimpiade esistano solo strategie economiche, soggette a sprechi e gestioni deficitarie, significa avere anche poco rispetto degli atleti. Ospitare gli eventi che appassionano ed emozionano tifosi e atleti, è qualcosa che non può essere ridotto a questioni esclusivamente economiche. Ora si apre però il grande cantiere: il lavoro collettivo svolto sino ad ora, dovrà intensificarsi per costruire impianti, villaggi olimpici, migliorare le infrastrutture di trasporti e unire l’Italia attorno alle Olimpiadi Invernali. Lo sport supera inoltre bandiere extra-sportive, ne è un esempio l’abbraccio tra Luca Zaia, governatore del Veneto di centro-destra, e Beppe Sala, Sindaco di Milano, di centro-sinistra. La prima prova di coesione è stata vinta, ora serve concretizzarla con una progettazione valida, oculata e capace di stare nei tempi, e in tal senso, le rincorse last-minute di Rio 2016 devono servire da lezione. Oggi la vittoria decretata dal CIO premia l’Italia, che ora dovrà essere all’altezza di questo riconoscimento.

Il nodo hockey a Milano

Un altro elemento centrale, che tutt’ora tiene col fiato sospeso i sostenitori, è il futuro dell’hockey a Milano, dove la chiarezza, ad oggi, è pochissima. Pochi giorni fa Tuttohockey dava per certo l’addio del Milano alla Alps Hockey League. La squadra ex Hockey Milano Rossoblu, ora riconfigurata in Milano Bears, ovvero in un’altra società, dovrebbe ripartire dalla IHL I Division (Serie C). Sebbene il rischio fosse nell’aria, vista anche la prima disastrosa stagione dei Rossoblu in AlpsHL, conferme ufficiali o istituzionali non ne sono arrivate. Sembra pressoché certa la fine della parentesi Hockey Milano Rossoblu, contraddistinta da una cattiva gestione societaria cominciata con lo spreco dell’occasione KHL, culminata con l’autoretrocessione nel 2015 e proseguita con il deludente approccio al campionato alpino (con tanto di poco chiaro cambio di nomi nell’organigramma e nella gestione). Sui nuovi Bears, si è saputo poco sino ad ora: un logo opinabile, un countdown scomparso dopo pochi giorni dalla pagina FB del Milano, una società iscritta sia alla AlpsHL che alla Serie C. Ne si evince che c’è qualcosa che bolle in pentola, con un ruolo chiave giocato anche dalla FISG nel garantire allo storico team lombardo la permanenza fra le prime italiane della classe (esclusa la manifesta superiorità di Bolzano). Il futuro dell’hockey a Milano sembra(va) strettamente dipendente dalla vittoria della candidatura per il 2026. Ora che siamo certi di ospitare le Olimpiadi, i progetti previsti possono trovano più concretezza: nuovo palaghiaccio, per l’hockey, al posto dell’ex Palasharp, struttura in disuso; nuovo impianto nei pressi del quartiere Milano Santa Giulia (sud-est di Milano). Le nuove infrastrutture previste fanno ben sperare per il futuro dell’hockey a Milano. In caso di mancata vittoria, le voci sulla Serie C sarebbero state confermate, trovando così quella fondatezza che sino a poche ore fa era legittima preoccupazione (oltre che tanta cocente delusione) per gli appassionati di hockey milanesi. Lasciandoci il beneficio del dubbio, sosteniamo che il percorso verso le prossime Olimpiadi sia in grado di portare le garanzie economiche (ad oggi assenti) per allestire una squadra senior anche per la prossima stagione. Ora però servono chiarimenti e certezze immediate, poiché le sfidanti (italiane e non) continuano la campagna acquisti per allestire i roster, mentre a Milano, dopo mesi di irrispettoso silenzio, non si conosce ancora il futuro della prossima stagione. Nella migliore delle ipotesi però, le Olimpiadi daranno un grande slancio per l’hockey a Milano. Forse l’occasione che non si può sprecare riguarda soprattutto questo tema. Perso malamente il treno della KHL russa, ora gli addetti ai lavori della Milano hockeystica non possono più sbagliare. “Con orgoglio si può rialzare la testa”, scrive La Gazzetta dello Sport in fondo all’articolo che festeggia la vittoria di Milano e Cortina. Lo stesso discorso vale, soprattutto, per l’hockey a Milano, che non merita una fine triste come quella presagita nelle ultime settimane. Restiamo in attesa, con la rotta (o meglio, gli sci) puntati verso il 2026, e farlo con un hockey di livello che ci accompagna, renderà il viaggio verso le Olimpiadi ancora più appassionante.

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