Hockey&cinema: Slapshot

SlapShot_LocandinaIniziamo questo mese una carrellata tra hockey e cinema ovvero come il nostro sport è stato rappresentato sul grande e piccolo schermo. Il viaggio nel mondo della celluloide dedicato a pattini, guanti, stecca e disco non poteva che partire da un classicissimo cinematografico interpretato da uno dei mostri sacri di Hollywood, Paul Newman. Già avrete capito che stiamo parlando di Slap Shot, il primo della serie, datato 1977, visto che i sequel, come spesso accade, non si avvicinano alle qualità del “capostipite”.
Quando si parla di hockey nel cinema la citazione delle gesta Reggie Dunlop (Paul Newman) e dei “famigerati” fratelli Hanson, un trio di goon della peggior specie. La storia raccontata è quella di una scassata ed eternamente perdente squadra di una immaginaria città della provincia americana, i Chiefs, che milita nella Federal League e che per provare a risollevare le sorti della franchigia ingaggia i fratelli Hanson ed imposta il gioco della squadra, ormai prossima al fallimento ed al suo ultimo campionato, sulla violenza gratuita che esalta i tifosi ormai rassegnati alle continue sconfitte. La storia va avanti con il classico intreccio che porta al lieto fine non senza qualche citazione comica come quando, alla vigilia dell’ultimo match, con la squadra che scopre il vicino fallimento (tenuto nascosto fino all’ultimo da Newman), proprio l’allenatore, chiede ai giocatori di giocare “un buon vecchio hockey…come Eddie Shore”. Shore, giocatore tra le altre squadre dei Boston Bruins, noto per il suo gioco non propriamente da educanda (nella seconda stagione con Boston subì 165 minuti di penalità in 65 gare, allora record della lega) e che pose fine alla carriera di Ace Bailey con un fallo e venne per questo sospeso per 16 giornate. I lieto fine arriva poi con la vittoria della finale da parte dei Chiefs e dalla notizia che Dunlop-Newman è stato ingaggiato da una nuova squadra e che porterà con se i suoi giocatori.
Film di genere sportivo, Slap Shot (Colpo secco nella versione italiana), è continuamente citato in connessione all’hockey soprattutto (purtroppo) in relazione alla violenza con cui viene dipinto il nostro sport da chi non lo conosce o vi prende contatto di sfuggita. La grande fortuna della pellicola è dovuta alla presenza di Newman che catalizza l’attenzione e ha reso appetibile negli anni l’argomento hockey anche ai non appassionati. Una citazione a parte meritano gli Hanson Brothers (Jeff Carlson, Steve Carlson e Dave Hanson), veri giocatori di hockey di discreto livello che hanno militato tra l’altro in NHL e WHA (la lega che contendeva il campo alla NHL fino a fine anni ’70). Manca all’appello del cast il terzo fratello Carlson, Jack, che avrebbe dovuto completare il trio originariamente al posto dell’unico Hanson “reale” ma che venne chiamato a giocare con gli Edmonton Oilers prima dell’inizio delle riprese.
Un’ultima curiosità legata al film è che tre squadre portano il nicckname Chiefs e vestono le stesse divise dei Charleston Chiefs in loro onore: i Johnstown Chiefs, i Saint-Jean-sur-Richelieu Chiefs e gli italianissimi Milano Chiefs.

Iniziamo questo mese una carrellata tra hockey e cinema ovvero come il nostro sport è stato rappresentato sul grande e piccolo schermo. Il viaggio nel mondo della celluloide dedicato a pattini, guanti, stecca e disco non poteva che partire da un classicissimo cinematografico interpretato da uno dei mostri sacri di Hollywood, Paul Newman. Già avrete capito che stiamo parlando di Slap Shot, il primo della serie, datato 1977, visto che i sequel, come spesso accade, non si avvicinano alle qualità del “capostipite”.
Quando si parla di hockey nel cinema la citazione delle gesta Reggie Dunlop (Paul Newman) e dei “famigerati” fratelli Hanson, un trio di goon dellaHanson peggior specie. La storia raccontata è quella di una scassata ed eternamente perdente squadra di una immaginaria città della provincia americana, i Chiefs, che milita nella Federal League e che per provare a risollevare le sorti della franchigia ingaggia i fratelli Hanson ed imposta il gioco della squadra, ormai prossima al fallimento ed al suo ultimo campionato, sulla violenza gratuita che esalta i tifosi ormai rassegnati alle continue sconfitte. La storia va avanti con il classico intreccio che porta al lieto fine non senza qualche citazione comica come quando, alla vigilia dell’ultimo match, con la squadra che scopre il vicino fallimento (tenuto nascosto fino all’ultimo da Newman), proprio l’allenatore, chiede ai giocatori di giocare “un buon vecchio hockey…come Eddie Shore”. Shore, giocatore tra le altre squadre dei Boston Bruins, noto per il suo gioco non propriamente da educanda (nella seconda stagione con Boston subì 165 minuti di penalità in 65 gare, allora record della lega) e che pose fine alla carriera di Ace Bailey con un fallo e venne per questo sospeso per 16 giornate. I lieto fine arriva poi con la vittoria della finale da parte dei Chiefs e dalla notizia che Dunlop-Newman è stato ingaggiato da una nuova squadra e che porterà con se i suoi giocatori.
Film di genere sportivo, Slap Shot (Colpo secco nella versione italiana), è continuamente citato in connessione all’hockey soprattutto (purtroppo) in relazione alla violenza con cui viene dipinto il nostro sport da chi non lo conosce o vi prende contatto di sfuggita. La grande fortuna della pellicola è dovuta alla presenza di Newman che catalizza l’attenzione e ha reso appetibile negli anni l’argomento hockey anche ai non appassionati. Una citazione a parte meritano gli Hanson Brothers (Jeff Carlson, Steve Carlson e Dave Hanson), veri giocatori di hockey di discreto livello che hanno militato tra l’altro in NHL e WHA (la lega che contendeva il campo alla NHL fino a fine anni ’70). Manca all’appello del cast il terzo fratello Carlson, Jack, che avrebbe dovuto completare il trio originariamente al posto dell’unico Hanson “reale” ma che venne chiamato a giocare con gli Edmonton Oilers prima dell’inizio delle riprese.
Un’ultima curiosità legata al film è che tre squadre portano il nickname Chiefs e vestono le stesse divise dei Charleston Chiefs in loro onore: i Johnstown Chiefs, i Saint-Jean-sur-Richelieu Chiefs e gli italianissimi Milano Chiefs.

 

 

 

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