HHoFame 2022: ci sono i due Sedin, Alfie e Bobby Lu!

di Miki Faella

È stata presentata la classe 2022 della Hockey Hall of Fame, con diversi nomi a far tornare il sorriso ed un pizzico di nostalgia, con ben 4 mostri sacri della National Hockey League di qualche annetto fa, assieme a Riikka Sallinen ed Herb Carnegie.

Riikka and Herb
IMG_20220628_195515La Sallinen è una leggenda dell’hockey femminile finlandese, con una carriera ventennale alle spalle in nazionale, marcando ben 81 caps con la gloriosa maglia finlandese, realizzando 63 reti e 59 assist ed ha vinto 2 medaglie di bronzo mondiali, una d’argento e ben 6 bronzi iridati, diventando la prima hockeysta non nordamericana eletta nella HHoF.
Riconoscimento postumo invece per Herb Carnegie, morto nel 2012, ed è stato il primo giocatore di colore ingaggiato in NHL con un try-out dai NY Rangers 10 anno prima della leggenda Willie O’Ree, senza però essere mai essere chiamato, trascorrendo la sua intera carriera nelle leghe minori del Québec, prima di fondare la Future Aces Hockey School per portare l’integrazione nel segno dello sport.

NHLers…senza Stanley!
Caliamo il poker dei fuoriclasse del (recente) passato della National Hockey League, iniziando dall’infinito Daniel Alfredsson, prima di passare all’hat-trick di casa Vancouver.

images - 2022-06-28T194752.516Alfie è all’unanimità il simbolo dei moderni Ottawa Senators giocando per 17 stagioni con la gloriosa #11 (ancora oggi celebrato ad Ottawa con 1′ di ovazione all’11mo minuto dell’ultimo terzo) prima di tentare l’avventura Stanley Cup con Detroit prima di appendere i pattini al chiodo; ha ancora i record di franchigia per reti, assist e punti (426+682=1108) ed ha accarezzato la Stanley nel 2007, persa contro Anaheim in finale. Al collo porta la medaglia d’oro olimpica di Torino 2006, argento nel 2014, assieme a 2 argenti e 2 bronzi mondiali, assieme al titolo di SHL nel 2005 col Frölunda nell’anno del lockout della NHL mentre svetta la sua gloriosa #11 sul soffitto dall’arena di casa Sens dal 2016.sedin-twinsI gemelli terribili Daniel ed Henrik Sedin hanno legato il loro nome a quello dei Vancouver Canucks già dal tempo del draft, venendo chiamati con secondo e terzo pick assoluto nel draft del 1999, giocando insieme per la bellezza di 17 anni coi Canucks, dopo aver giocato sempre assieme col team di casa del MoDo Ornskoldsvik in Svezia, sbarcando in NHL nel 2000. Henrik era un classico centro assist-man pazzesco, dominando nella lega in questa speciale categoria in tre annate particolarmente fortunate per la franchigia di Vancouver, sfiorando la Stanley nel 2011 (persa a G7 contro Boston), vincendo l’anno prima il premio quale MVP della NHL, chiudendo con 240 reti, 830 assist e 1070 punti. Condivide con Daniel la lunga fila di successi con la sua Svezia, vincendo l’oro olimpico nel 2006 sempre a Torino 2006 il mondiale iridato 2013, cogliendo un argento olimpico nel 2014 e 2 bronzi mondiali.
Daniel non aveva l’infinito talento del gemello ma aveva una ottima pattinata ed era duttile in ogni posizione sul ghiaccio, compresa una visione d’insieme sopraffina, chiudendo con la maglia di Vancouver con 393 reti, 648 assist per 1041 punti da pro; nel febbraio del 2020 la loro #22 e #33 sono state ritirare dai Canucks in una bellissima cerimonia ad unire i teammate del passato e del presente.

images - 2022-06-28T195331.587Chiudiamo infine col nostro Roberto Luongo, quebecois di chiare origini italiane (che tra l’altro parla benissimo) che dopo esser stato pescato come quarto assoluto al draft del 1997 (era un fuoriclasse da juniores con 2 titoli della QMJHL) durò un solo annetto con gli Isles della disgraziata gestione Milbury, venendo spedito (per sua fortuna) già dopo un anno a Florida, dove si farà un nome ed una famiglia e seconda casa per 5 annetti pazzeschi, guadagnandosi diverse chiamate con la nazionale canadese, prima di trovare l’occasione della vita a Vancouver, dove rimane per 7 stagioni e mezzo da assoluto protagonista (e Capitano dei ‘Nucks nel 2008/2009) salvo sciogliersi come neve al sole nelle finals del 2011 contro Boston. Non resiste al richiamo di casa Florida dove ritorna nel 2014, prima di appendere i gambali al chiodo nella primavera del 2019. Se in NHL non ha raccolto premi prestigiosi (due volte Vezina ed MVP finalista), col Canada ha scritto le pagine più belle degli ultimi 20 anni, con 2 medaglie d’oro olimpiche (2010-2014), back-to-back iridato nel 2003/04 e World Cup di Hockey nello stesso anno; Florida ha ritirato la sua #1 da poco ed è ancora tra i più forti e vincenti goalies della storia della NHL con 489 vittorie all’attivo.

Anche quest’anno rimangono all’asciutto i vari Alexander Mogilny, Curtis Joseph, Rod Brind’Amour e Jason Arnott che tra gli altri meritano un posto di tutto rispetto tra gli immortali della storia della HHoF.

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