EBEL – Bolzano K.O. nella “notte delle leggende”, Vienna ancora imbattuto

di Luca Tommasini

Dalle leggende alla crisi, nel giro di due ore. Da una semifinale playoff all’ultimo posto in classifica, nel giro di 7 mesi. Bolzano è un mare in tempesta, ma all’orizzonte la terraferma è ben visibile, basta soltanto indovinare la rotta giusta. E’ stata una serata complicata quella di ieri sera per i biancorossi, battuti per 4 a 2 al Palaonda dallo Znojmo, in un match che avrebbe dovuto invece segnare la rinascita. Un’altalena di emozioni per i tifosi, dal primo all’ultimo minuto.

Andiamo con ordine. Termina il warm-up al Palaonda, ma quel quarto d’ora di attesa prima dell’ingaggio iniziale questa volta ha un sapore speciale. Nell’impianto di via Galvani risuona una voce, inconfondibile, la voce di Oscar Dalvit: lui, lo speaker di via Roma, lui, che tante volte ha annunciato i goal delle leggende della squadra più titolata d’Italia. E’ proprio Dalvit a dare il via alla HCB Legends Night, la serata organizzata dalla tifoseria biancorossa per omaggiare, appunto, le leggende della storia del Bolzano. Prima la lettura della Hall of Fame, di tutti quei giocatori che hanno lasciato un segno indelebile nella storia, una storia fatta di vittorie, dal primo scudetto del 1963 alla vittoria in EBEL del 2014. Poi un tappeto rosso sul ghiaccio e la curva disegna una coreografia: cinque maglie, cinque numeri, cinque leggende. Il numero 8 di Rolly Benvenuti, il 19 di Hubert Gasser, il 33 di Gino “Crazy Horse” Pasqualotto, il 4 di “capitan” Robert Oberrauch e il 5 di Martin Pavlu. Miti viventi, che non hanno bisogno di presentazioni. E così, tra le lacrime di molti degli oltre 3.000 del Palaonda, le cinque “Legends” sono entrate sul ghiaccio precedute da tutti i membri della Hall of Fame che hanno potuto presenziare a questa splendida serata: i protagonisti del primo titolo italiano Alberto De Grandi, Franco De Vito, Heini Bacher, Norbert Koler e il nipote del portiere, Giuliano Ferraris, scomparso l’8 febbraio 2016; dagli anni ’70 invece Giorgio Tigliani, Raimondo Refatti, Herbert Strohmeier, Michael Mair, Thomas Mair e Norbert Gasser; dagli anni ’80 in poi invece Moreno Trisorio, Lucio “Il Falco di Gallio” Topatigh, Erwin Kostner, Christian Timpone, Günther Hell e Stefan Zisser. Non solo: a prendersi l’applauso commosso del pubblico altre due leggende incastonate nella storia biancorossa, Sergei Vostrikov, arrivato appositamente da San Pietroburgo, e Scott Beattie. Tra i “Figli di Bolzano” ricompare una vecchia pezza, che tanti ricorderanno: Mele Marce. Risuonano i vecchi cori, “Vostrikov, ce l’ha dato ce l’ha dato Gorbaciov”, “c’è solo un capitano” dedicato a Oberrauch, o ancora “Scottie goal”, con Beattie lanciato in tuffo sotto la curva a distanza di tanti anni. Brividi. Una marea di applausi.

Poi suona la sirena, entra il Bolzano, quello attuale, quello che deve lottare per riprendersi da un avvio di stagione da dimenticare. I Foxes dominano la prima frazione mettendo sotto lo Znojmo, colpiscono il palo con Carlisle e centrano il vantaggio in powerplay, grazie a una fucilata di Mike Halmo servito perfettamente dal “solito” Austin Smith. La retroguardia ceca tiene a fatica, ma sostenuta da un Marek Schwarz in stato di grazia riesce a rientrare negli spogliatoi con il minimo svantaggio. E così lo Znojmo pareggia i conti in apertura di seconda frazione, con un siluro di Erik Nemec liberato da Yellow Horn. Incassato il goal, il Bolzano si spegne. La partita entra in una fase di stallo, ma in powerplay i biancorossi si risvegliano: Alex Petan va al tiro dallo slot, deviazione fortuita di un terzino avversario e disco in rete. Il 2 a 1 dura pochissimo, appena due minuti: è Csamango a beffare dalla distanza un Melichercik tutt’altro che perfetto. Nel terzo drittel si consuma la brutta serata biancorossa: Lattner dalla lunga distanza infila il puck all’incrocio dei pali, Schwarz piazza una parata sensazionale su DeSousa e nel finale, dopo un time-out non concesso a Pat Curcio dalla quaterna arbitrale, ancora Csamango mette fine alle velleità di rimonta dei padroni di casa.

Ultimo posto in una classifica che resta comunque ancora cortissima. C’è tutto il tempo di rimediare, ma bisogna capire cosa non va. La qualità c’è ed è evidente, ma mancano la testa, la mentalità vincente, la costanza di rendimento e la disciplina. Come è naturale in questi casi, si punta subito il dito sull’allenatore. Scadendo nell’opinione personale di chi scrive, in questo caso forse il ragionamento dev’essere più profondo. Chi conosce Curcio, chi vede come sta lavorando, ci penserà di più prima di accusare lui e il vice Phil Barski per la situazione attuale. E’ una questione di dinamiche di gruppo, che dipendono certo molto dall’allenatore, ma non solo. Ci sono soprattutto giocatori che in un primo momento avrebbero dovuto condurre la barca biancorossa e che invece sono i primi ad affondare: tra tutti Mike Angelidis, l’ex NHLer che sta faticando molto ad ingranare. Domenic Monardo, dopo avere incantato in una preseason comunque troppo “debole” a livello di test match, al momento è soltanto l’ombra del giocatore che ci si aspettava a Bolzano. In più un Melichercik che sta faticando a trovare il ritmo e quei rendimenti che l’avevano suggellato come idolo del pubblico. Ma in questo momento è inutile fare troppi nomi e dare il peso delle responsabilità solo a qualcuno: la squadra ha una settimana per lavorare e trovare sé stessa, perché venerdì e domenica arriveranno due trasferte complicate, a Villach e Salisburgo. Partite che rischiano di essere una sorta di “ultima spiaggia” per qualcuno.

Sugli altri ghiacci della EBEL continua lo stradominio dei Vienna Capitals, che stanno letteralmente cannibalizzando il campionato: 3 a 1 anche al Villach, con il goal a un minuto e mezzo al termine di Pollastrone, e primo posto in classifica a punteggio pieno. A cinque lunghezze di distanza, a quota 16 punti, i Black Wings Linz, che sono riusciti a battere il Fehervar per 3 a 2 tra le mura di casa grazie ai goal nel terzo tempo di Moderer e Hofer. Stesso punteggio a Klagenfurt, dove i padroni di casa hanno mandato al tappeto l’Innsbruck. Vittoria anche per il Salisburgo con il 3 a 1 sullo Zagabria, mentre prosegue il brutto periodo del Dornbirn (6 sconfitte nelle ultime 7 partite): Bulldogs battuti tra le mura di casa dal Graz, per 4 a 3.

EBEL – Classifica dopo 8 giornate
1. Vienna Capitals 21*
2. Black Wings Linz 16
3. Orli Znojmo 15
4. HC Innsbruck 14
5. Red Bull Salzburg 12
6. EC KAC 12
7. Graz 99ers 11
8. EC VSV 9
9. Medvescak Zagreb 8*
10. Dornbirn Bulldogs 8
11. Fehervar AV19 8
12. HC Bolzano 7
*1 partita in meno

Risultati domenica 1° ottobre 2017
Dornbirn Bulldogs – Graz 99ers 3 – 4
EC KAC – HC TWK Innsbruck 3 – 2
Black Wings Linz – Fehervar AV19 3 – 2
Vienna Capitals – EC VSV 3 – 1
Red Bull Salzburg – Medvescak Zagreb 3 – 1
HCB Alto Adige Alperia – Orli Znojmo 2 – 4

Prossimo turno (venerdì 6 ottobre 2017)
Medvescak Zagreb – EC KAC (18:00)
Orli Znojmo – Vienna Capitals (18:30)
Fehervar AV19 – Dornbirn Bulldogs (18:45)
Graz 99ers – Red Bull Salzburg (19:15)
HC TWK Innsbruck – Black Wings Linz (19:15)
EC VSV – HCB Alto Adige Alperia (19:15)

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