Como: aggiornamenti sul palazzetto di Casate

(comun. stampa Hockey Como) – «Attendiamo l’ennesima riunione, del 22 gennaio prossimo, per decidere come proseguire. Ci sono tanti soci, genitori e bambini che desiderano incontrare il nostro sindaco, durante una seduta del consiglio, per far comprendere meglio la nostra preoccupazione». A parlare è Massimo Paramidani, responsabile del settore giovanile dell’Hockey Como. L’oggetto del contendere è la perdurante chiusura all’accesso agli spettatori, iniziata nel dicembre 2016, al palazzetto di Casate. «Non è una minaccia sia chiaro – prosegue il dirigente biancoblù – ma un gesto per far capire che a soffrire, oltre alla società e alla prima squadra, sono anche i genitori degli oltre 170 bambini del nostro settore giovanile che sono costretti a guardarsi le partite fuori dallo stadio». La goccia che potrebbe far traboccare il vaso è la mancata risposta alla richiesta, avanzata prima di Natale, per consentire l’ingresso, nella parte conclusiva della stagione, e, soprattutto, nel Torneo Internazionale Stefano Gosetto, a 99 spettatori. «Il 22 novembre scorso abbiamo consegnato una ulteriore Relazione Tecnico Illustrativa, eseguita da un nostro socio architetto che ha riscosso, da parte delle istituzioni una gradita approvazione – prosegue Paramidani – A nulla sono servite le continue telefonate del nostro presidente Ambrosoli all’assessore allo sport Galli e al direttore generale di Csu Benzoni per capire a che punto erano le pratiche». Persistendo il divieto d’accesso, a rischio è il Torneo Gosetto, che è alla fine di marzo.
«Si rischia di dover rinunciare alla festa più importante della nostra società – spiega Paramidani -. Ogni anno vengono bambini e genitori dalla Germania, dalla Francia e dalla vicina Svizzera, entusiasti di giocare il loro sport preferito sulle rive del lago di Como e ci chiedono addirittura di tenere un posto per l’anno successivo (ne sono una prova Bienne, Dubendorf e Megevè). Ad oggi non so ancora cosa rispondere ai loro responsabili. Basterebbe una firma del sindaco, come è stato fatto nel 2017, in condizioni, oggettivamente peggiori». Altro tema caldo, la situazione degli spogliatoi. «Quest’anno è stato un vero delirio gestire gli allenamenti e le partite con un locale in meno, chiuso per motivi a noi sconosciuti – dice Paramidani -. Grazie all’autofinanziamento di genitori e soci lo avevamo ristrutturato, sostituendo impianti sanitari, docce e riverniciatura. Spero che i lavori, che partiranno inderogabilmente ad aprile, ci restituiscano uno stadio decente e funzionale per le nostre attività. Sarebbe interessante che le società che operano nella struttura di Casate vengano almeno coinvolte per chiarire le priorità e ottimizzare gli spazi». Preoccupato, anche sotto l’aspetto della gestione economica, il presidente Luca Ambrosoli. «Se la situazione dovesse proseguire in questo modo, saremo costretti purtroppo a chiedere i danni -dice -. Noi abbiamo sempre pagato l’affitto per una struttura funzionante ed agibile. I dirigenti delle squadre avversarie, con un sorriso ironico, ci fanno i complimenti perché teniamo duro nonostante le difficoltà ma, nello stesso tempo, non si capacitano di come non ci sia un colloquio fra la nostra realtà e le istituzioni. Mi chiedo se il sindaco e l’attuale Comandante dei Vigili, siano venuti, almeno una volta, a vedere con i loro occhi la situazione dello stadio di Casate per rendersi conto che il pubblico potrebbe entrare senza alcun problema. Che differenza c’è fra gli spettatori sulle tribune e tutte le persone che vengono giornalmente allo stadio a pattinare?

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