KHL: Avtomobilist strepitoso, Dynamo Mosca nel caos

Jakub Kovar in azione _ Portiere dell'Avtomobilist

Jakub Kovar in azione _ Portiere dell’Avtomobilist

di Gabriele Morganti

Una KHL quella di quest’anno con tanti protagonisti. Ad attirare l’attenzione non sono solamente le solite SKA, CSKA, Kazan, visto che sono molte le compagini che in questo inizio di stagione hanno fatto parlare molto di se, in senso positivo, basti pensare ad Avtomobilist, Avangard, Salavat.

1)

Avtomobilist: partenza super

Lo Yekaterinburg di coach Martemyanov per poco non è riuscito a scrivere la storia: il record di vittorie consecutive ad inizio stagione, fissato a venti, registrato lo scorso anno dallo SKA, e che sembrava inarrivabile, è stato difatti sfiorato dai talenti dell’Avto. Dawes e compagni si sono fermati a 18-0. La loro incredibile striscia di vittorie consecutive si è interrotta nell’ultimo incontro casalingo disputato, quando lo Yekaterinburg è stato sconfitto per 2 a 1 proprio dall’ex squadra di Dawes, il Barys Astana. I rossoneri comunque guidati dalle incredibili prestazioni di Da Costa, Sexton, Krikunov, Golyshev, ora infortunato, Pare e del già citato Dawes, oltre che dalle solide uscite disputate tra i pali da Kovar, hanno emozionato una città intera, Yekaterinburg, città ai piedi degli Urali che è tra le più antiche e attive realtà hockeistiche di Russia (è datata al 1950 la nascita dello Spartak Sverdlovsk), ma che difficilmente è finita sui giornali per le imprese delle sue squadre, per questo motivo c’è ora molto entusiasmo intorno all’Avto, e soprattutto molta curiosità nel vedere come questa stagione si andrà ad evolvere per gli “Automobilisti”, compagine che in estate avevamo definito come la Regina del mercato, e che ha tutti i presupposti per superare il primo turno dei playoff, e disputare quindi la sua miglior stagione di sempre in KHL.

I fan dello SKA

I fan dello SKA

2)

Lo SKA si prende l’Opening Cup

È stata la prima partita della stagione, quella inaugurale, quella giocata a Kazan tra Bars e SKA, ed è stata anche una partita, decisamente senza storie, finita in favore, purtroppo per quelli di casa, del nuovo San Pietroburgo di coach Vorobyov. Grazie al punteggio finale di 6 a 1 l’armata pietroburghese ha così potuto alzare la sua seconda Opening Cup consecutiva: prestazione da favola di Gusev, e primo gol con la maglia rossoblu per Yakupov. Insomma il nuovo SKA, orfano di Kovalchuk, Koskinen, Voynov, Shirokov e Shypachyov, ma arricchito dai cristallini talenti di Kuzmenko, Yakupov, Tokranov, Hellberg ha convinto sin da inizio campionato. Discorso invece diverso per il Kazan che soprattutto in partenza è sembrato particolarmente indebolito, soprattutto nel reparto difensivo: nelle prime uscite della stagione le perdite di Ohtamaa e Tokranov si sono fatte sentire, ma ora che finalmente Postma e Pedan sembrano essere entrati in condizione la situazione è differente. Il problema principale per il Kazan è che quello che doveva essere l’acquisto chiave del mercato: Pavel Padaikin, non ha decisamente convinto coach Bilyaletdinov. Pavel infortunatosi in estate, non ha avuto modo di dimostrare il suo talento nel corso dell’off-season, ed una volta ristabilitosi era addirittura finito a giocare in VHL, mentre ora è stato ceduto ai cugini, rivali, del Neftekhimik. In sostanza quindi il Bars è una squadra molto simile a quella dello scorso anno, che ha avuto più di qualche problema in avvio di stagione, ma che ora sembra aver ritrovato la giusta quadratura.

3)

L’Avangard è lontano da casa ma tutto fila liscio

È una squadra sensazionale quella di coach Bob Hartley: Versteeg, Desharneis, Talbot, Shirokov, Petrov (l’ex CSKA), Zernov, Yemelin, questi sono i ragazzi che in estate hanno rinforzato i siberiani di Omsk, i quali quest’anno causa inagibilità del loro palazzo, giocano le loro partite casalinghe a Balashikha, a più di due mila chilometri di distanza dalla loro vera casa. Ma questo sembra essere l’unico problema dell’Avangard, visto che i Falchi ogni volta che sono scesi sul ghiaccio si sono sempre dimostrati tra le più spettacolari squadre del campionato: un gioco veloce, frizzante, dinamico, moltissimi i giocatori in grado di muovere alla grande il disco, sia in difesa (Chudinov, Pokka, Medvedev), che soprattutto in attacco (Talbot, Shirokov, Semyonov, Mikheyev). Inoltre nel corso di questa stagione c’è comunque una grande voglia nonostante tutto di portare i Falchi in Siberia, e per inizio dicembre si stanno difatti pianificando ben tre open air games da disputare in quel di Omsk, di ufficiale non c’è ancora niente, ma l’intento è ovviamente quello di permettere ai numerosissimi appassionati di Omsk di abbracciare i propri beniamini.

4)

Il flop Dynamo Mosca

Partiva con i favori del pronostico la Dynamo, doveva essere l’anno del riscatto per i biancoblu di Mosca, è stata invece sin qui la stagione delle delusioni, ma il campionato è ancora lungo. La Dynamo in estate aveva lavorato alla grande sul mercato: Shypachyov, Kagarlitsky, Indrasis, Zackrisson, Koivisto, Mirnov (che però ancora non ha mai giocato causa infortunio), Afinogenov, era stato insomma costruito un roster in grado di combattere per il titolo finale. Le certezze per i moscoviti sono però cadute in partenza, i risultati utili non sono arrivati sin dall’inizio, la squadra ha cominciato a giocare male, ad affidarsi esclusivamente alle giocate dei singoli ed i risultati hanno portato la Dynamo ad occupare i bassifondi della classifica, tanto da spingere la dirigenza ad un cambio alla guida: Krikunov nuovo capo allenatore, al posto di Vorobyov. Il tecnico ex Avtomobilist è riconosciuto per i suoi metodi di allenamento alquanto duri e snervanti per i giocatori e chissà se tutto questo avrà un impatto positivo su una squadra che era partita per lottare con SKA e CSKA e che dopo diciannove uscite di campionato si trova invece dietro la Dinamo Riga e lo Slovan. L’impressione è che quelli della Dynamo devono ritrovare quella tranquillità che possa permettere loro di giocare un hockey non troppo frenetico e soprattutto di squadra, anche perché per il momento a tirare avanti la baracca ci sono solamente Shypachyov e Kagarlitsky, gli unici due che dimostrano di avere delle idee, all’interno di una compagine che di idee sembra averne meno che zero.

5)

Il Salavat si diverte e fa divertire

L’Ufa è una compagine dal talento straordinario che quest’anno ha abbandonato la sua indole altalenante che ha pregiudicato l’intera stagione appena passata, in favore di un atteggiamento più quadrato, più concentrato durante tutto il corso del match. Metsola tra i pali è stato sicuramente l’innesto che più serviva a questa squadra in quanto con le sue prestazioni sta donando sicurezza ad un reparto intero, quello difensivo. Per quanto riguarda l’attacco in questo inizio di stagione c’è stato alla grande come al solito Omark, insaziabile playmaker, idolo di una città intera, giocatore che illumina la Ufa Arena a suon di incredibili giocate. Ha sin qui entusiasmato anche Burdasov che si sta dimostrando un cecchino infallibile, dotato di un polsino magico che si accende nei momenti decisivi del match. In conclusione, il Salavat Yulaev di coach Tsulygin è destinato a raggiungere grandi traguardi nel corso di questa stagione.

6)

Il CSKA della CSKA Arena

Niente più CSKA Ice Palace per la Red Army, il CSKA gioca ora infatti le sue partite casalinghe alla CSKA Arena, ex VTB Ice Palace, palazzo che condivide con i cugini dello Spartak. L’Armata di coach Nikitin, al comando dell’ovest, ha subito dei cambiamenti nel corso dell’estate: la linea che tanto bene ha fatto lo scorso anno, quella composta da Shumakov, Shalunov e Kaprizov è stata smantellata: Shumakov è finito negli USA e ora Kaprizov è stato messo in trio con Grigorenko e Vey, con Shalunov che ha di conseguenza abbassato il livello delle sue prestazioni. Per contro Grigorenko sta giocando una stagione da favola, 7 gol e 13 assist in 20 partite, è lui il top scorer di questo CSKA. La Red Army avrà di nuovo, in questa stagione, la possibilità di alzare al cielo la sua prima Gagarin Cup della storia, ha ovviamente tutte le carte in regole per farlo, ma per riuscirci veramente dovrà sperare in un netto cambio di marcia da parte di quei giocatori giunti a Mosca in estate per fare la differenza: Slepishev, Hansen e Tolchinsky, giocatori che per il momento, soprattutto il danese, non stanno rispettando appieno le aspettative della vigilia.

CSKA Mosca - HC davos (15/08/18) _ Nell'ordine (sinistra/destra): Grigorenko, Okulov, Sveltakov, Kaprizov

CSKA Mosca – HC davos (15/08/18) _ Nell’ordine (sinistra/destra): Grigorenko, Okulov, Sveltakov, Kaprizov

7)

Sibir in tempesta

Il Sibir dopo il mercato estivo appariva indebolito, avevano salutato Novosibirsk: Bergstrom, Zackrisson, Enlund, Sigaryov, Sannikov, Osnovin, Vereshchagin; mentre in Siberia avevano accolto: Junttila, Emmerton, Lisin, Peltola, Bertrand, Loginov, Piganovich, Savchenko, Dugin. Gli arrivi tutto sommato di lustro c’erano dunque stati, ma si sa che quando si cambia così tanto, e si lasciano soprattutto partire giocatori fondamentali del roster, la giusta quadratura può tardare ad arrivare. La partenza dei siberiani è stata per questo motivo un disastro: il primo successo in campionato è arrivato alla tredicesima giornata, per 4 a 3 in casa del Vityaz. Nel mentre a Novosibirsk c’erano stati profondi cambiamenti, sia nello staff tecnico che nel roster. In panchina Andriyevsky ha sostituito Yurzinov; Junntila, Emmerton e Lisin hanno lasciato Novosibirsk, al loro posto sono arrivati Kazakov, Viktor Komarov e Sayustov. La squadra sembra essersi ora in parte ripresa, visto anche e soprattutto le buone prestazioni dei giovani che in questo periodo sono stati buttati nella mischia, primo su tutti Nikita Mikhailov. La stagione è lunga, i playoff distano già più di dieci punti, ma comunque in generale il Novosibirsk sembra disporre di più di qualche marcia in meno in confronto alle altre.

8)

Le non russe

Lo Jokerit in questo inizio di stagione si è confermato come una superpotenza dell’ovest ed è come di consueto al terzo posto della western conference. Il Barys Astana di coach Skabelka sta con il tempo tornando ad entusiasmare i propri tifosi di Astana, dopo la deludente stagione appena trascorsa. I fan a gran voce hanno richiesto al proprio beniamino e capitano Bochenski di: “Make Barys great again (Rifar grande il Barys)”; motto questo che sta accompagnando tutta la stagione dei kazaki. La Dinamo Riga dell’inarrestabile Videll e dell’incredibile Maione è finalmente tornata ad essere una squadra più che competitiva. Stessa cosa lo Slovan, squadra che nonostante abbia disputato una buona prima parte di stagione, resta ancora molto punzecchiata dai propri tifosi. Il Kunlun è come sempre una compagine scomoda da affrontare e che per gennaio dovrebbe finalmente lasciare Shangai per tornare in quella che è la sua città di appartenza: Pechino. Mentre per finire la Dinamo Minsk sta attraversando un periodo difficile ed i tanti appassionati bielorussi cominciano a mostrare cenni di disappunto.

 

 

 

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